Un killer silenzioso ma implacabile semina morte e terrore in Calabria. Lo denunciano da anni in una solitudine inquietante i malati e i loro familiari raccolti dai gruppi Facebook “La Piana di Gioia Tauro ci mette la faccia” e “Crotone ci mette la faccia”, animati da due donne coraggiose. A Gioia hanno organizzato una raccolta di firme abbinata a un dossier che invieranno al presidente della Repubblica, ai ministri della salute e dell’ambiente e al procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che nelle settimane passate ha alzato il livello dell’allarme denunciando il pericolo d’una terra dei fuochi calabrese. Su questo insiste Carmela Centorrino, anima e cuore del gruppo on line gioiese: «Siamo trattati come cittadini di serie B, nessuno ci dà retta ma qui la situazione è drammatica. Ogni giorno vengono fuori due o tre casi di neoplasie, percentuale incredibile per una popolazione di 20mila abitanti». Da Gioia denunciano gli strani viaggi di camion provenienti da tutta Italia per scaricare in un depuratore locale. Per cercare ancora una volta di rompere il guscio d’omertà che li soffoca, gli attivisti nei prossimi giorni scenderanno in piazza per una fiaccolata cui hanno invitato anche il vescovo, Francesco Milito, chiedendogli di celebrare una funzione al termine del corteo per ricordare i troppi gioiesi uccisi dal cancro, a ogni età. Almeno due pullman, poi, partiranno per essere a Cassano all’Jonio il 21 giugno in occasione della visita di Papa Francesco. Chiederanno aiuto pure a lui, consegnandogli un reportage video nella loro terra dei veleni realizzato dai membri del gruppo assieme a un giornalista di youreporter.it.Negli ultimi tempi sul dramma ambientale calabrese ha alzato il livello d’attenzione pure la politica col consiglio regionale che ha ordinato un monitoraggio aereo di alcune zone considerate più a rischio. Nei giorni scorsi il direttore generale dell’Arpacal e del centro di eccellenza in sostenibilità ambientale e Satnet, hanno incontrato la commissione ambiente del consiglio regionale. Un faccia a faccia al termine del quale il presidente della commissione, Gianluca Gallo, ha confermato la gravita del caso dichiarando: «Non ci sentiamo né rasserenati né rassicurati. C’è comunque la volontà di andare fino in fondo ai problemi come mai avvenuto finora, con attività di prevenzione e d’indagine per comprendere alcuni fenomeni potenzialmente correlati all’insorgenza di neoplasie».