venerdì 17 giugno 2011
È «una vicenda inquietante» quella della cosiddetta P4 e la magistratura «ha bisogno di credibilità»: così il presidente dell'Anm, Luca Palamara (nella foto). Berlusconi: inchiesta sul nulla.
- Coro bipartisan: «Letta un galantuomo»
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È "una vicenda inquietante" quella della cosiddetta P4 e la magistratura "ha bisogno di credibilità e discontinuità rispetto a comportamenti e fatti con cui non vogliamo avere nulla a che fare". Il presidente dell'Anm, Luca Palamara, torna così sulla vicenda che ha coinvolto Alfonso Papa, parlamentare del Pdl ma anche magistrato in aspettativa.Sulla questione morale "la posizione dell'Anm è chiara", ha sottolineato Palamara. Occorre intervenire "senza indugi e tentennamenti", e quindi attivare "tutti i meccanismi previsti dal codice etico dei magistrati". Ieri l'Anm aveva invocato sul caso di Papa l'intervento dei probiviri, che il leader del sindacato delle toghe spera si riuniscano "presto" e che comunque dovranno aspettare la convocazione che è già stata fissata del Comitato direttivo centrale dell'Anm prevista per il 25 giugno prossimo. "Dopo aver letto le carte faremo sentire la nostra voce", dice Palamara ribadendo che "il Paese ha bisogno di una magistratura credibile".BERLUSCONI: INCHIESTA SUL NULLA, LETTA UN GALANTUOMOIl premier Silvio Berlusconi è sicuro della correttezza dell'operato del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, coinvolto nell'inchiesta P4. Lo riferisce Michaela Biancofiore, deputata dimissionaria del Pdl, lasciando Palazzo Grazioli, dopo un incontro con il premier. "Berlusconi - riferisce la Biancofiore - ha detto: 'Su Gianni Letta sono serenissimo, perchè è un galantuomo e un servitore delle istituzioni. Si tratta di una inchiesta sul nullà". ANCHE I MEDIA ERANO NEL MIRINOÈ molto più ampia, più di quel che è possibile descrivere nelle cronache, l’inchiesta sulla cosiddetta società segreta P4, derivazione della precedente P3 e della più famosa e vecchia Loggia P2, cui era iscritto Luigi Bisignani, uno dei maggiori indagati nell’inchiesta della Procura partenopea. Esiste infatti un versante non del tutto scandagliato dell’indagine su fatti che risalgono al 2004: migliaia di pagine non ancora studiate che riguarderebbero anche il ruolo di alcuni organi d’informazione coinvolti nella vicenda. L’inchiesta dei sostituti napoletani Curcio e Woodcock punta a far luce su una presunta associazione a delinquere che avrebbe acquisito informazioni riservate su procedimenti penali allo scopo di aiutare amici inquisiti, politici e manager, ad eludere le indagini. Il gruppo avrebbe ottenuto notizie sensibili su esponenti di vertice delle istituzioni per infangarle e ricattarle e pilotare così appalti, nomine, finanziamenti. Le ipotesi di accusa sono, tra le altre, la concussione e la rivelazione di segreti di ufficio.Da due giorni agli arresti domiciliari, Bisignani, ex giornalista, imprenditore dai dubbi interessi più portato ad essere faccendiere che uomo d’affari, il cui interrogatorio di garanzia si svolgerà  all’inizio della prossima settimana, è già coinvolto in altre indagini e condannato per reati connessi alla cosiddetta maxitangente Enimont, in piena tangentopoli. Spiega il suo legale, l’avvocato Gianpiero Pirolo, che da parte di Bisignani non c’è stata «nessuna ammissione di responsabilità penali: ha aiutato a fare chiarezza su determinati fatti storici a cui noi non riconduciamo ipotesi penalmente rilevanti». Ma Bisignani è il perno dell’inchiesta. Gli inquirenti lo definiscono «dirigente d’azienda, mediatore e procacciatore d’affari, di fatto ascoltato consigliere dei vertici aziendali di alcune delle più importanti aziende controllate dallo Stato come Eni, Poligrafici dello Stato, Rai, di ministri della Repubblica, sottosegretari di Stato e alti dirigenti statali». Napoli e la Campania sono il luogo principale in cui si muove l’altro inquietante protagonista dell’inchiesta partenopea: Alfonso Papa, ex magistrato in aspettativa della stessa Procura di Napoli e dal 2008 deputato per il Pdl. Papa, dice l’ipotesi accusatoria, si sarebbe fatto promettere da Luigi Bisignani, dopo averlo informato di notizie riservate circa un’indagine che riguardava questi, un intervento decisivo su Denis Verdini (coordinatore del Pdl) per ottenere la candidatura nelle liste del Pdl in un collegio sicuro. La Procura di Napoli indaga poi per capire da chi provenissero i soldi utilizzati da Papa per comprare costosi “regali” ad amiche, compagne e conoscenti vari. Papa si dice sereno e respinge le accuse, convinto che si tratti di una faida interna alla magistratura. Valeria Chianese
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