Nello stesso giorno in cui a Madrid la Commissione europea dà il via all’Anno per la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale, Caritas europea lancia la sua campagna
Zero poverty, act now, povertà zero, agisci ora. A promuoverla saranno le Caritas nazionali con il coinvolgimento delle diocesi. Spille, magliette, poster, un sito, una petizione su internet, kit per le scuole: una strategia articolata per sollecitare i governi nazionali a tradurre in fatti gli impegni programmatici presi per l’anno europeo. Un impegno ecclesiale per diffondere la consapevolezza che la povertà esiste anche nei continenti ricchi, ma che non è un destino ineludibile. Lavoro, alloggi, minori, famiglie, welfare sono le leve su cui agire. L’esempio lo darà il Vescovo di Roma: papa Benedetto XVI il 14 febbraio - festa dei patroni d’Europa Cirillo e Metodio - visiterà l’Ostello Caritas 'Don Luigi Di Liegro' alla Stazione Termini. A dieci anni dalla Strategia di Lisbona del 2000, dunque, l’anno europeo di lotta alla povertà intende riprogettare le azioni di integrazione sociale. La Caritas, forte del suo bagaglio di esperienza e conoscenza, vuole giocare a fondo questa partita. A presentare la campagna Zero poverty, agisci ora è il direttore di Caritas italiana don Vittorio Nozza, affiancato dal responsabile del Servizio Europa della Caritas, don Livio Corazza, e dal direttore della Caritas diocesana di Roma, don Enrico Feroci. Don Nozza ricorda che sono 2 milioni 737 mila le famiglie in condizioni di povertà relativa, l’11,3% del totale, pari a 8 milioni e 78 mila poveri, il 13,6% della popolazione. Famiglie con tre o più figli, anziani, basso livello di istruzione, problemi occupazionali i principali fattori associati alla povertà. Don Feroci ricorda che a Roma gli affitti sono cresciuti in 10 anni del 145% e che negli ultimi due anni alle Caritas par- rocchiali si sono rivolti il 52% di stranieri in più e ben il 117% di italiani. Lo scandalo della povertà dunque allunga le sue radici nelle società ricche. Caritas Europa ha preparato per la campagna un Poverty Paper, un quaderno sulla povertà intitolato, nella versione italiana, In mezzo a noi per analizzarne le cause nel Vecchio Continente: « Povertà ed esclusione sociale – vi si legge – sono conseguenza di una disfuzione delle tre fonti di welfare sociale: mercato del lavoro, famiglia e stato socio-assistenziale». Precarizzazione dell’occupazione, allentamento dei vincoli di solidarietà familiare, riduzione degli interventi sociali visti più come impedimento che come incentivo all’emancipazione sono i fenomeni che hanno quindi indebolito i tre pilastri del benessere sociale. Oltre agli interventi correttivi su questi tre settori, Caritas Europa nel documento esprime preoccupazione per l’ampia percentuale di bambini a rischio povertà: chi da piccolo va male a scuola e ha problemi di salute non avrà molte possibilità di trovare un buon lavoro e con ogni probabilità andrà a ingrossare le fila dei poveri. «La prevenzione della povertà nelle fasi iniziali della vita – si legge nel Poverty Paper – è addirittura più importante della stessa lotta alla povertà». Sono il 10 per cento le famiglie in Europa in cui uno o più componenti sono disoccupati Il 16 per cento dei cittadini europei sono invece a rischio povertà Quasi 19 milioni i bambini che rientrano in questa situazione