sabato 2 aprile 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
E alla fine qualcosa si muove. Dopo settimane in cui il governo, il capo dello Stato e un po’ tutti i politici italiani si sono lamentati per la scarsa (o nulla) presenza dell’Ue a fianco dell’Italia sulla questione profughi, finalmente il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso ha battuto un colpo. Nello stesso giorno in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha parlato, in conferenza stampa, di «tsunami umano» riferendosi alla marea di immigrazione che preme sulle nostre coste e il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha ribadito: «Sui rimpatri non mollo». È stato proprio Palazzo Chigi, nella serata di ieri, a far conoscere il contenuto di una lunga conversazione telefonica tra Berlusconi e Barroso. Nel comunicato si parla della visita che il premier italiano compirà lunedì prossimo a Tunisi. Ma soprattutto, e per la prima volta in modo così esplicito, l’Italia riesce a strappare dal presidente della Commissione Ue l’ammissione che «l’emergenza in corso è un problema che riguarda tutta l’Europa e che, come tale, deve essere affrontato e risolto a livello europeo». E anche l’impegno di Barroso «per una più fattiva solidarietà verso l’Italia» delle istituzioni comunitarie. Durante la conferenza stampa di ieri mattina, al termine dell’incontro con le Regioni per la questione della localizzazione delle tendopoli, Berlusconi ha ribadito l’allarme per l’enorme numero di migranti che sbarcano nel nostro Paese. E ha spiegato che volerà lunedì a Tunisi con tutta l’intenzione di fare la voce grossa con il nuovo governo di lì. «La Tunisia – ha detto – deve accettare i rimpatri». In cambio, ovviamente, di aiuti e collaborazione italiana. Anche se, ha fatto notare il premier, il Paese nordafricano aveva già firmato degli impegni di cooperazione in Italia in tal senso. Patti che ora il governo italiano chiederà di rispettare con maggiore rigore: «Devono fermare l’uscita illegale dei loro cittadini dal loro Paese: è un reato in Tunisia. Ci siamo impegnati in linee di credito e alla fornitura di equipaggiamenti e materiale alle forze di polizia, per quasi 100 milioni. A fronte di questi accordi, però, non si sono fermati i cittadini provenienti dalla Tunisia». Il governo tunisino, ha spiegato ancora Berlusconi, «si trova in un momento di debolezza». Però sull’esito della sua missione è sembrato piuttosto ottimista: «È nell’interesse della Tunisia fermare le giovani generazioni a lavorare nel loro territorio e saranno allettati dal Piano Marshall che abbiamo in mente e che prevede un intervento massiccio dell’Europa non solo per la Tunisia ma per tutti i Paesi dell’area». Infine ha lanciato la proposta del permesso temporaneo di soggiorno, condivisa anche dal ministro dell’Interno Roberto Maroni: «Ricordo – ha detto il premier – che molti di questi immigrati hanno manifestato la volontà di rincongiungersi con familiari in Francia o Germania, ma anche in altri Paesi. In base all’articolo 20 queste persone hanno la possibilità di circolare, per ricongiungimenti familiari, liberamente in Europa e daremo loro permessi di soggiorno temporanei per farlo». Una sfida, insomma, alle frontiere blindate d’Oltralpe. Poi, rispondendo a una domanda dei giornalisti, il presidente del Consiglio ha negato che l’emergenza immigrazione possa creare problemi all’interno della maggioranza che sostiene il governo: «No, non ce ne saranno». Maroni ha confermato che non è intenzione del governo cedere sulla linea dei rimpatri: «Tengo duro sul fatto che i clandestini debbano essere rimpatriati, tengo duro, così come l’intero governo, anche perchè sono contrario a certe ipotesi che circolano e che vanno nella direzione contraria». Al Quirinale, Giorgio Napolitano sta seguendo con molta apprensione le questioni dell’immigrazione. Ieri ha ricevuto il ministro dell’Interno con il quale ha fatto il punto della situazione e ha commentato con un certo sollievo la dichiarazione d’intenti del presidente Barroso.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: