martedì 11 settembre 2012
​Undici profughi, provenienti dalla Libia, sono rimasti aggrappati per due giorni ai tubolari del loro gommone semi-affondato. A Pozzallo (Ragusa) sbarcati 27 migranti provenienti da Somalia ed Eritrea. Si continua a indagare sul naufragio di giovedì: c'è un elenco con i nomi di 36 possibli vittime.
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​Sono rimasti aggrappati per due giorni ai tubolari del loro gommone semi-affondato prima di essere tratti in salvo da un Guarda Coste della Guardia di Finanza in servizio di pattugliamento nel Canale di Sicilia. Dopo l'allarme lanciato alla Guardia Costiera da una nave in transito, 11 migranti che rischiavano di affogare sono stati soccorsi, nella notte tra sabato e domenica, a 20 miglia a Nord Ovest di Pantelleria. Due di loro, in evidente stato di ipotermia per la lunga permanenza in acqua, sono stati accompagnati nell'ospedale Nagar dell'isola.Gli extracomunitari, tutti maschi, hanno detto di essere profughi partiti dal porto libico di Bengasi tre giorni prima, una versione che è adesso al vaglio degli investigatori. Di certo l'intervento della Guardia di Finanza, documentato da alcune riprese video, ha evitato l'ennesima tragedia dell'immigrazione nel Canale di Sicilia. POZZALLO, SBARCANO IN 27. Un gommone con a bordo 27 migranti diretto a sud delle coste siciliane è stato soccorso da un guardacoste veloce appartenente al Gruppo Aeronavale della Guardia di finanza di Messina. Il gommone, di circa otto metri di lunghezza, è stato intercettato a sud di contrada Scalambri e navigava autonomamente in direzione della Sicilia sud orientale. I migranti (in maggioranza somali ed eritrei ma anche due cittadini della Guinea del Nord) sono tutti uomini e in apparente buono stato di salute. Sono stati trasbordati sull'imbarcazione delle fiamme gialle poi approdata nel porto di Pozzallo.LE VITTIME DELLO SBARCO DI LAMPEDUSA. Un elenco con i nomi di 36 tunisini che potrebbero essere tra le vittime del naufragio avvenuto giovedì notte a largo di Lampedusa. La lista, compilata sulla base di segnalazioni giunte dai familiari che non hanno avuto più notizie dei loro congiunti, è stata mostrata al sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, dalla delegazione del governo tunisino che da ieri si trova sull'isola per fare chiarezza sull'ultima tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia. Della delegazione fanno parte, tra gli altri, il sottosegretario agli esteri Houcine Jaziri è l'ambasciatore tunisino in Italia Naceur Mestiri.I diplomatici, accompagnati dal sindaco di Lampedusa, hanno incontrato nel Centro di prima accoglienza anche i 56 connazionali sopravvissuti al naufragio, che hanno ribadito la loro versione: sul barcone, affondato in pochi minuti davanti all'isolotto di Lampione, viaggiavano 136 persone. A parte i due cadaveri recuperati, vi sarebbero dunque una ottantina di dispersi. Alcuni di loro potrebbero far parte dell'elenco stilato dal governo tunisino che dopo il naufragio ha annunciato, attraverso il ministro degli Esteri Rafik Abdessalem, un giro di vite sul fronte dell'immigrazione clandestina con il rafforzamento dei controlli lungo le coste (soprattutto nelle regioni del sud) tradizionale punto di partenza dei natanti carichi di disperati diretti in Italia.
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