Si complica la situazione dell'
Ilva di Taranto.
Sale la protesta dei lavoratori. Questa mattina, alle porte di Taranto, sono stati messi in atto i blocchi, da parte degli operai dell'indotto siderurgico, delle statali Appia per Bari e 106-Jonica per Reggio Calabria. Il ministero dello Sviluppo economico ha convocato per martedì 27 alle 19 i sindacati metalmeccanici per l'apertura della
procedura di cassa integrazione. Fonti sindacali parlano di "numeri importanti" per
quanto attiene il ricorso alla cassa. Oggi infatti è terminata all'Ilva la
copertura dei contratti di solidarietà. Furono sottoscritti per la
prima volta due anni fa e poi rinnovati l'anno scorso.
L'azienda, due
anni fa ancora gestita dal gruppo Riva, l'attuale proprietario, e
presieduta da Bruno Ferrante, ex prefetto di Milano, scelse la strada
della solidarietà al posto della cassa integrazione perchè in
questo modo il danno economico per i lavoratori sarebbe stato meno
pesante. Il contratto di solidarietà ancora
vigente all'Ilva di Taranto è stato sottoscritto per circa
3.400 unità ma di fatto i lavoratori realmente in solidarietà
sono stati sempre molto meno, anche nel primo anno di
attuazione dell'ammortizzatore sociale. Attualmente, dicono i
sindacati, all'Ilva di Taranto i lavoratori in solidarietà
sono circa 1.800.
Negli ultimi giorni, a fronte della fermata
del Treno nastri 1, del Tubificio 2, dei Rivestimenti e delle
Zincature 1 e 2, sono andati in contratto di solidarietà i
lavoratori di questi impianti che non avevano ferie pregresse
da smaltire. La
fermata degli impianti si è resa necessaria
per crisi di commesse e mancanza di materie prime per la
produzione, come nel caso delle Zincature, che servono a
rivestire di zinco i rotoli di acciaio per evitare fenomeni di
corrosione.
A questa fermata si stanno aggiungendo ora le
conseguenze derivanti dal blocco dell'Ilva a seguito della
protesta delle imprese dell'indotto, che da lunedì hanno
smesso di lavorare nel siderurgico, e dei trasportatori.
Entrambi infatti temono che il ricorso all'amministrazione
straordinaria da parte dell'azienda, con l'applicazione della
legge Marzano, determini anche una sensibile decurtazione dei
crediti vantati nei confronti dell'Ilva per le attività svolte
in appalto nei mesi scorsi e non ancora pagate sebbene
fatturate. Per gli stessi motivi, perchè dal pagamento dei
crediti delle imprese dipende l'erogazione degli stipendi,
stanno protestando gli operai dell'indotto. Protesta destinata
ad andare avanti perchè, dicono i sindacati, sinora "non sono
giunti segnali e garanzie concrete in merito ai problemi posti
al Governo e ai commissari dell'Ilva".
La
Commissione europea, il 20 gennaio, ha ricevuto la risposta dell'Italia al "parere motivato" (secondo livello della procedura di infrazione)
sull'Ilva di Taranto ed ora sta "valutando la documentazione".
Così Enrico Brivio, un portavoce della Commissione Ue.
Il decreto sull'Ilva di Taranto, approvato dal Cdm prima di
Natale è parte della documentazione - spiega il portavoce -. Al
termine dell'analisi, l'esecutivo Ue deciderà cosa fare con la
procedura di infrazione.