Un'esposizione di disegno naturalistico, una mostra fotografica, un'istallazione con sculture fruibili anche dai non vedenti e un dj set: il Wwf Italia porta a Bologna il suo volto giovane e presenta la community dedicata ai ragazzi tra i 18 e i 35 anni, “Wwf Young”. La location è la Velostazione Dynamo di Bologna, uno spazio ricavato in un edificio storico e attivo da più di un anno nell'ambito della mobilità sostenibile e degli eventi culturali a carattere ambientale.
Wwf Young partirà come canale virtuale aperto a tutti per lo scambio di idee e di esperienze (attiva anche una pagina Facebook), un network utile a individuare le più urgenti necessità attraverso lo sguardo dei ragazzi già impegnati, o soltanto interessati, alla difesa dell'ambiente. «È dal giorno del mio insediamento che penso a un modo per dare un'opportunità ai giovani per partecipare al dibattito ambientale e apportare un contributo attivo – spiega il presidente di Wwf Italia Donatella Bianchi –. L'organizzazione ha investito molto sull'educazione ambientale e il lavoro nelle scuole. Sentivo la necessità di uno spazio dedicato a quella fascia di età alle prese con un sistema che non offre grandi possibilità, né di inserimento né di rappresentanza».
Anche per questo il presidente ha voluto che Marco Galaverni, classe '84, tra i giovani animatori della community, entrasse a far parte del consiglio nazionale del Wwf. Wwf Young ha già concretizzato la sua prima iniziativa, inviando a Palazzo Chigi un appello contro le deroghe all'uccisione dei lupi in natura previste dal Piano d'azione nazionale sulla materia (tra pochi giorni sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni). «Le chiediamo di non riportarci indietro di quarant'anni, al tempo del “lupo cattivo” – si legge nella richiesta indirizzata al presidente del Consiglio –. Studi internazionali dimostrano che l'uccisione di singoli esemplari destruttura i branchi d'origine, come accade nei numerosi casi di bracconaggio, e può spingere gli altri lupi ad aumentare le predazioni sugli animali domestici. L'unica strada è quella della prevenzione dei danni, praticabile grazie ai fondi già disponibili dei Piani Sviluppo Rurale».