L’Italia è un Paese di volontari, dove dono e gratuità sono profondamente radicati nel modo di vivere di milioni di persone. Questo si sa. Meno diffusa è invece la consapevolezza di quanto il volontariato sia necessario, specie in tempo di crisi, per continuare a far viaggiare ogni giorno la macchina-Italia. E di quanto il valore che esso esprime sia rilevante non solo in termini relazionali e sociali, più immediatamente intuibili, ma anche economici.Per questo risulta preziosa l’indagine "Attività gratuite a beneficio di altri" presentata ieri da Istat, Csvnet (Coordinamento nazionale dei centri servizi per il volontariato) e Fondazione Volontariato e partecipazione, prima rilevazione quantitativa sul lavoro volontario in Italia condotta secondo standard internazionali. Vale a dire quelli dell’Ilo (Organizzazione internazionale del Lavoro), che nella definizione di lavoro volontario utilizza un’accezione ampia di volontariato, che include non solo quello classico, prestato a favore di organizzazioni del Terzo settore, ma anche la partecipazione a comitati, movimenti, gruppi informali (restano esclusi gli aiuti ai familiari).In Italia vi sono 6,63 milioni di volontari stimati operativi: 4,14 milioni sono attivi in organizzazioni (tasso di volontariato organizzato al 7,9%) e circa 3 milioni svolgono attività volontarie in modo non organizzato (tasso di volontariato individuale al 5,8%), con più di mezzo milione di persone che fanno entrambe le cose. Il che significa che circa un italiano su otto, fra quelli con 14 o più anni di età, svolge attività gratuite a beneficio di altri o comunque della comunità, insomma per contribuire alla costruzione del bene comune. Per giunta, una fetta molto ampia di volontari si impegna non episodicamente ma da tempo, come a dire che quella del volontariato è una vera e propria scelta di vita: nel volontariato organizzato, il 76,9% si dedica alla stessa attività da tre o più anni, il 37,7% addirittura da oltre dieci anni; un po’ meno nel volontariato individuale, dove quasi la metà (48,9%) opera da meno di due anni.Per comprendere ancor meglio l’impatto del volontariato sulla vita del Paese, l’indagine ha effettuato anche una misurazione del valore occupazionale del lavoro volontario. Partendo dal fatto che viene quantificato in 19 il monte ore (calcolate su quattro settimane) che in media gli italiani dedicano al volontariato, nel complesso esso coincide con le ore complessivamente prestate da circa 875mila unità occupate a tempo pieno.«I risultati dimostrano ancora una volta la solidità del fenomeno volontario - ha commentato Edoardo Patriarca, presidente del Centro nazionale per il Volontariato - e forniscono una motivazione strutturale in più per andare avanti con la riforma del Terzo settore lanciata dal Governo».