sabato 9 gennaio 2010
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«Non siamo riusciti a sconfiggere il lavoro nero nelle campagne quando riguardava i braccianti italiani, oggi con gli stranieri il problema si è aggravato ed è diventato anche dramma sociale». Anselmo Botte, sindacalista Cgil di Salerno per anni ha seguito i lavoratori stranieri nella Piana del Sele, sui quali ha scritto il libro «Mannaggia la miseria» (Ediesse). Alcuni dei protagonisti della ribellione di Rosarno pensa di conoscerli: «Sono ragazzi marocchini partiti da qui prima dell’11 novembre, quando hanno sgomberato il ghetto di San Nicola Varco».Com’è possibile che migliaia di lavoratori irregolari non vengano individuati e gli imprenditori sanzionati?Gli stranieri non sono così "visibili" mentre lavorano: vengono raccolti dai caporali con le auto o i furgoncini e anche quando sono nei campi sono divisi in gruppi di massimo 20-30 persone. Sulle grandi estensioni riescono a non dare nell’occhio.Però ci sono i ghetti dove dormono la sera, basterebbe seguirli alla mattina...Occorre distinguere tra lotta al sommerso e lotta alla clandestinità. La prima riguarda gli ispettori del lavoro, che in molte aree del Paese sono del tutto insufficienti. Quando poi scovano il "nero" dovrebbero operare per la regolarizzazione dei lavoratori, non certo per la loro espulsione. E qui si arriva invece alla lotta alla clandestinità, che riguarda le forze dell’ordine ed è finalizzata, secondo le leggi vigenti, ad espellere dal Paese chi non ha il permesso di soggiorno.Colpa della Bossi-Fini?Certamente ha aggravato i problemi, anzitutto perché è pensata per i contratti a tempo indeterminato che in agricoltura sono pochissimi. Ho conosciuto molti marocchini che dopo la sanatoria erano regolari, ma nel corso degli anni, facendo solo lavori stagionali hanno perduto il permesso di soggiorno. E poi anche i decreti flussi non funzionano. Così gli sfruttatori hanno gioco facile.È vero che ormai anche i caporali sono stranieri?Sì, inizialmente facevano da tramite fra manodopera e caporali italiani. Ora li hanno soppiantati.
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