lunedì 8 luglio 2024
Il vicepresidente della Fraternità Pozzoli, dopo la Settimana sociale: «Colpiti dal richiamo del Papa a testimoniare lo "scandalo della fede". Il dialogo per il bene comune ora continua a Rimini»
Cl: «La persona al centro, filo rosso da Trieste al Meeting»

ANSA

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«Ci ha molto colpito e facciamo nostro il richiamo del Santo Padre a non accontentarci di una fede marginale e ad essere costruttori di pace», dice Cesare Pozzoli, vice presidente della fraternità di Comunione e LIberazione. «Facciamo nostro soprattutto l’invito a non temere di dare testimonianza dell’“scandalo della fede”, come l’ha chiamato Francesco, certi che una fede interamente vissuta incide in ogni ambito della vita, anche nella costruzione della società e nella politica».

Comunione e liberazione ha partecipato ai lavori di Trieste con una presenza variegata in un lavoro fecondo di collaborazione, confronto e dialogo: «I nostri delegati e i nostri volontari hanno vissuto questi giorni intensi confrontandosi con il tema della democrazia insieme ai nostri vescovi, agli altri movimenti, aggregazioni e le varie realtà della Chiesa Italiana. Si è trattato di un importante momento di condivisione e di cammino comune, in cui si è chiarita ancora una volta la responsabilità educativa che abbiamo come movimento, nella fedeltà e nella continua riscoperta del nostro specifico carisma».

Presenti anche diverse opere. «Siamo stati presenti nelle “piazze della democrazia” con le buone pratiche di alcune associazioni nate dalla nostra storia». Fra le sigle presenti, anche con loro stand, il settore “opere sociali” della Compagnia delle Opere. Portofranco e Piazza dei mestieri, impegnate nel recupero scolastico e nell’avviamento al lavoro dei ragazzi che rischiano di restare fuori dai canali ordinari dell’istruzione. E poi Famiglie per l’accoglienza, l’associazione che aggrega le famiglie impegnate su adozione e affido. L’Ong Avsi. Opere tutte nate dalla presenza di Cl, che vivono nel loro specifico quell’esperienza dell’”io” in azione che si apre al “noi”, nel segno tracciato a Trieste anche dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi. «Don Giussani ci ha sempre ricordato che “il governo di una società non può non avere come sua prima preoccupazione quella di favorire e valorizzare ciò che nasce dal cuore dell’uomo, prendendo consistenza in forme associative. Questo è anche l’unico criterio per giudicare una realtà e un comportamento politico”».

L’intervento del Papa nella giornata conclusiva ha consentito di ri-centrare la questione nell’ambito del momento decisivo che vive la Chiesa oggi. «Mi ha molto colpito il passaggio sull’assistenzialismo, che il Papa ha definito “nemico della democrazia”, e “nemico dell’amore al prossimo”, aggiungendo che “certe forme di assistenzialismo che non riconoscono la dignità delle persone sono ipocrisia sociale”». L’aiuto alle persone più fragili rimanda direttamente al Vangelo, laddove Gesù stesso invita a scorgere nel volto dei fratelli più piccoli il Suo. «Non è un’ideologia, ma una posizione del cuore che la Chiesa ci invita a mantenere, contro l’indifferenza, che il Papa ha definito un “cancro della democrazia”».

Le Settimane sociali ora si sono aggiornate a settembre per fare in modo che sorgano tante “piazze della democrazia” , mettendo a tema il bene comune, oltre le diverse visioni politiche. Di mezzo, a fine agosto, c’è come ogni anno il Meeting, una “buona pratica” con 45 anni di storia che si tiene a Rimini proprio con questo metodo, sollecitato dalla Dottrina sociale: «Il Meeting - conclude Pozzoli - non è organizzato da Cl, anche se nasce dentro quest’esperienza. È un incontro reso possibile dal considerare l’altro un bene per me e non un’insidia. Nascono così tanti incontri impensabili. Una sorpresa, spesso, anche per chi organizza o per noi che ci andiamo ogni anno. L’invito vale per tutti, ma soprattutto per i tanti che, a Trieste, si sono mossi spinti dallo stesso desiderio nostro di verificare l’attualità e l’attrattiva dell’esperienza cristiana, oggi».

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