Il primo vero nemico del denaro contante è stato il Bancomat. Ma gli italiani, da sempre un po’ cauti di fronte ai cambiamenti, si sono abituati con una certa prudenza a pagare con la carta magnetica. Hanno continuato a preferire la concretezza di monetine e banconote, col risultato che il pagamento elettronico non si è mai davvero imposto e ora rischia di essere già sostituito da un’altra novità, ancora più rivoluzionaria, e che potrebbe avere maggiore fortuna: è iniziata infatti l’era del telefono-borsellino dove per pagare basterà avere con sé solo un cellulare. Un’evoluzione interessante, mentre si discute su come superare l’uso del contante in chiave anti-evasione.In diversi Paesi, come Stati Uniti e Giappone, il telefono è già da tempo utilizzato per pagare la cena nei fast-food o il biglietto della metropolitana. E per il futuro le previsioni sono più che positive: secondo un’indagine americana realizzata dall’istituto demoscopico Pew Research Center e dalla Elon University, i pagamenti via Internet o attraverso il telefonino troveranno una larghissima diffusione entro il 2020. La società di ricerche di mercato Gartner prevede che i pagamenti via cellulare sorpasseranno a livello mondiale i 171,6 miliardi di dollari nel 2012, con un incremento del 61,9% rispetto all’anno prima, mentre saranno 212,2 milioni le persone che effettueranno transazioni in mobilità (nel 2011 erano poco più di 160 milioni).Una tendenza che potrebbe farsi spazio anche in Italia, da sempre in testa alla classifiche globali che guardano al rapporto tra numero di telefonini e abitanti. E anche se sono ancora pochi a effettuare acquisti tramite cellulare, secondo gli esperti dell’Osservatorio Nfc& Mobile payment del Politecnico di Milano, in tre anni il valore delle operazioni potrebbe raggiungere i 14 miliardi di euro, cioè aumentare di 20 volte rispetto a oggi.Alla base delle transazioni via smartphone c’è la tecnologia Nfc (Near field communication) che rende possibili i pagamenti di prossimità: si avvicina il telefonino a un lettore (serve ovviamente un Pos adatto) e, senza nemmeno bisogno del contatto, i soldi "passano" dal cliente al negoziante. Ormai i produttori di telefoni stanno inserendo in tutti i nuovi modelli il chip Nfc e anche gli operatori telefonici e le banche si stanno organizzando. Un punto di partenza sono le carte di pagamento contactless che, funzionando in modo simile alla teconolgia Nfc, non hanno bisogno della classica strisciata né dell’inserimento del codice pin: per pagare basta avvicinare la carta con il chip all’apparecchio Pos. Mastercard porta avanti da tempo questa innovazione: ha già diffuso circa 1 milione di carte contactless nel nostro Paese e lo scorso maggio ha lanciato PayPass Wallet, un borsellino virtuale per effettuare pagamenti via telefono o tablet in tutto il mondo.Grazie a questo avanzamento della tecnologia, il futuro sembra vedere carte di credito e sim dei cellulari sempre più legate fra loro, per facilitare le procedure di pagamento e non compromettere la sicurezza delle operazioni. Vodafone si è mossa in anticipo sui concorrenti, e già lo scorso novembre ha lanciato SmartPass, la prima carta di pagamento associata a un numero di sim. SmartPass, realizzata in collaborazione con Mastercard, è una prepagata, si ricarica come un normale telefono cellulare e consente di fare pagamenti e ritirare i soldi. Per la compagnia telefonica – che nel frattempo ha siglato una partenership anche con Visa – è un primo passo verso il pagamento direttamente dal cellulare. PosteMobile, intanto, ha lanciato e-Postepay, la prima carta di credito virtuale generata da una Sim telefonica: possono richiederla gratis gli utenti che hanno un numero di cellulare PosteMobile.Una volta registrata, e legata al numero di telefono, la carta virtuale consentirà di pagare bollettini, trasferire denaro all’estero o acquistare in Rete direttamente dal cellulare. Anche un altro operatore mobile virtuale, Noverca, ha lanciato un’iniziativa simile: si chiama Sim Superflash ed è una scheda telefonica associata alla carta superflash di Intesa Sanpaolo che può ricevere e inviare bonifici. I dati della carta sono caricati nella memoria protetta della sim.La carta di credito entra in un telefonino dove comunque le banche hanno già trovato il loro spazio. Tutti i principali istituti di credito italiani – a partire dai "big" Intesa Sanpaolo e Unicredit – hanno messo a disposizione dei clienti le loro applicazioni per smartphone. Resta però ancora uno scoglio da superare: la tradizionale diffidenza degli italiani. Uno scetticismo comprensibile, dato che si tratta di soluzioni che, per quanto innovative, alla fine servono sempre a dare i propri soldi ad altri.
IL CASO: PRANZO, VERSO L'ADDIO AI TICKETNon solo carte di credito. Sul cellulare sono destinati a smaterializzarsi con il tempo anche badge aziendali, chiavi di hotel, carte servizio e buoni pasto. E mentre i telefoni si stanno dotando della tecnologia Nfc, in Italia sono partite le prime sperimentazioni. Qui group, azienda specializzata nella fornitura di buoni pasto sta lanciando la nuova tecnologia iPay che elimina i ticket cartacei: quando il servizio sarà operativo gli utenti potranno utilizzare il proprio cellulare come sistema di pagamento, selezionando direttamente dal dispositivo i buoni pasto, che vengono poi inviati al lettore Pos dell’esercente tramite tecnologia Nfc o bluetooth. Anche nelle mense di Telecom Italia, grazie a un accordo fra Tim, Cir Food e AliasLab, è partito un servizio simile, mentre Wind in partnership con Samsung ha iniziato a sperimentare fra i suoi dipendenti l’uso del cellulare sia per il passaggio ai tornelli all’ingresso al posto del badge, sia per effettuare acquisti all’interno del bar aziendale.Atm, l’azienda del trasporto pubblico milanese, sta portando avanti insieme a Telecom Italia un test per utilizzare il telefono al posto della tessera elettronica. Nella memoria del cellulare vengono caricati singoli biglietti o l’abbonamento e per obliterare è necessario avvicinare lo smartphone, dal lato della batteria, ai tornelli in metropolitana o alle apposite macchinette. A Firenze, invece, l’Ataf permette già di acquistare il biglietto dell’autobus inviando un sms: il costo del titolo di viaggio viene scalato direttamente dal credito telefonico.
LONDRA: IL BONIFICO SUL NUMERO TELEFONICO. PER «PINGIT» E' GIA' RECORD DI CLIENTIicevere un bonifico direttamente sul proprio conto telefonico. In Inghilterra la prima sperimentazione concreta è arrivata dall’istituto di credito Barclays che ha lanciato Pingit, un’applicazione che permette ai correntisti della banca, che possiedono un numero di cellulare inglese, di inviare e ricevere denaro sul proprio conto: non servono codici bancari ma basta solo il proprio numero di telefono e quello del beneficiario. Unica condizione necessaria sarà la registrazione, gratuita, al servizio sul sito della banca. Poi tutte le altre operazioni saranno gestite direttamente dal proprio smartphone. Per ora è possibile inviare al massimo 750 sterline al giorno (circa 950 euro) e riceverne 5 mila (3 mila euro). L’applicazione è disponibile per iPhone, Android e Blackberry e ha già registrato in poco tempo migliaia di download. Il servizio, dopo la prima fase di sperimentazione in Inghilterra, è stato lanciato anche all’estero in Paesi come l’Africa ed entro il 2013 potrebbe essere disponibile anche in Italia. Resta però ancora da verificare la sicurezza delle transazioni e cosa possa succedere nel caso si inserisca un numero scorretto, ma esistente. Intanto l’istituto inglese ha anche avviato la sperimentazione di uno speciale adesivo, che attaccato a un cellulare lo trasforma in un terminale Nfc, con cui i correntisti Barclays possono effettuare pagamenti fino a 15 sterline avvicinando il telefono a Pos abilitati.
NEW YORK: CON TABLET E SMARTPHONE SUL TAXI: PER PAGARE E GUARDARE IL TRAGITTONew York alcuni tassisti hanno avviato una prima sperimentazione per far saldare il conto ai propri clienti attraverso uno smartphone e un tablet. Il meccanismo può sembrare un po’ complicato, ma i suoi inventori ritengono possa essere una rivoluzione. A permetterlo è Square, un dispositivo in grado di trasformare un qualsiasi cellulare, munito di ingresso audio, in un mezzo che accetta pagamenti con carta di credito. Il tutto in meno di 10 secondi e senza oneri aggiuntivi. Square è uno strumento per i pagamenti in mobilità lanciato dal co-fondatore di Twitter, Jack Dorsey, che permette di effettuare i pagamenti grazie a un apparecchio collegato al telefono e alla relativa applicazione installata. I tassisti newyorkesi possono già utilizzare una versione di Square progettata e adeguata alle loro esigenze: con un iPhone collegato al tassametro, l’autista può selezionare la tipologia di corsa, i pedaggi, ma anche ricevere messaggi e avere uno storico delle corse. Il cliente, invece, ha a disposizione un iPad tramite il quale può avere informazioni sul tragitto, sulla sua posizione e sull’importo della corsa man mano che l’auto prosegue. Per pagare il taxi basta strisciare la carta di credito nell’apposito spazio installato al lato dell’iPad. Poi la ricevuta arriverà direttamente sul telefono come messaggio di testo o come una email. A partire dal prossimo autunno, poi, Square dovrebbe debuttare anche nelle caffetterie Starbucks degli Stati Uniti.