ANSA/CLAUDIO PERI
Non è difficile immaginare che le ore che la separano dall’attesa conferenza stampa di stamani, la premier Giorgia Meloni le stia trascorrendo limando un “pacchetto” di risposte adeguate a sminare le domande più taglienti sulle questioni roventi di questi giorni. Cosa intende fare sul caso del presunto sparatore Pozzolo, esponente del suo partito indagato per lesioni nella sconcertante vicenda del veglione con pistola? La preoccupano i risvolti dell’inchiesta giudiziaria sull’Anas, che coinvolge Denis e Tommaso Verdini e lambisce i nomi di alcuni big leghisti? E cosa farà il governo in risposta ai rilievi del capo dello Stato sul ddl concorrenza e la proroga “lunga” per gli ambulanti, in contrasto con le norme Ue? Poi ci sono gli altri rovelli, come la possibile candidatura meloniana alle prossime Europee, che potrebbe innescare una competizione elettorale con la leader dem Elly Schlein. E la partita con Bruxelles sul Mes, innescata dallo stop del Parlamento italiano alla ratifica della riforma. E ancora, il nodo immigrazione, col record di sbarchi annuali e il controverso accordo italo-albanese, e la riforma costituzionale sul premierato... Insomma, la carne al fuoco è tanta. Nessun copione già scritto, però, visto che a dettare il menu saranno le domande dei 45 giornalisti iscritti alla conferenza stampa (trasmesso in diretta da più emittenti), che avrà luogo dalle 11 di stamani nella nuova Auletta dei gruppi di Montecitorio.
La determinazione della premier. Inevitabilmente, il fatto che l’influenza e le vertigini legate a un problema agli otoliti abbiano tenuto Meloni lontana dalla scena politica per diversi giorni, facendo slittare per due volte l’appuntamento di fine anno, ha accresciuto le aspettative della politica e dell’opinione pubblica. Poi sono arrivate le notizie sull’inchiesta Anas - la Lega, alleato di governo, è andata in fibrillazione e anche le altre forze di governo osservano gli sviluppi con attenzione - e l’assurdo ferimento per cui è indagato il deputato di Fdi Emanuele Pozzolo a complicare ulteriormente uno scenario politico già impegnativo. Ma chi ha avuto modo di confrontarsi in queste ore con la presidente del Consiglio, continua a descriverla come determinata e serena: non si sottrarrà ad alcuna domanda, ripetono fonti di maggioranza.
Pozzolo verso la sospensione? Meloni sa bene che sulla vicenda di Biella una melina potrebbe essere deleteria: dopo le prime sommarie informazioni sulla vicenda, la sua irritazione è andata montando. Non tanto contro il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, che non poteva immaginare che il suo collega parlamentare si sarebbe presentato armato a un veglione con famiglie e bambini, quanto proprio verso Pozzolo, nella migliore delle ipotesi incauto. La linea del partito, rispetto alle dimissioni per chi è sotto inchiesta, finora è stata garantista: bisogna attendere eventuali condanne, come si è detto per Delmastro, rinviato a giudizio per le rivelazioni di segreto nella vicenda Cospito. Tuttavia, per far calare la pressione politica (le opposizioni sono sul piede di guerra) e mediatica, Meloni potrebbe annunciare una prudenziale “sospensione” di Pozzolo da Fdi, in attesa che si faccia chiarezza. E c’è pure chi ipotizza, a bassa voce, che un passo indietro personale (con l’offerta delle dimissioni da parlamentare) dello stesso indagato non sia una cattiva mossa: potrebbe togliere la leader di Fratelli d’Italia dall’impaccio (servendo peraltro da monito per altri possibili futuri comportamenti discutibili di altri). Nessuna decisione è comunque ancora presa. E sarà Meloni, oggi, a far sapere se e come intende procedere.
Non solo in difesa. In ogni caso, almeno da ciò che filtra, la premier non intende giocare il match tutto in difesa, a rintuzzare le domande dei cronisti parlamentari. Metterà sul tavolo i risultati dell’esecutivo: dalla rinegoziazione del Pnrr con l'Europa; al rispetto dei tempi sulla legge di Bilancio, seppur ottenuta “silenziando” il Parlamento; alla coerenza filo atlantista nel sostegno all’Ucraina. Nel 2022, Meloni si presentò alla stampa a soli due mesi dall’insediamento e parlò per tre ore di ciò che intendeva fare. Stavolta, dopo un anno «tosto» sul piano politico e su quello personale (per la separazione dal compagno Andrea Giambruno), «di cose fatte ce ne sono», ragiona una fonte di maggioranza, e lei le sottolineerà.