sabato 8 giugno 2024
Con soli 61 post finanziati sulle piattaforme di Meta raggiunti 1,4 milioni di utenti italiani. Nessun altro Paese è "permeabile" come il nostro
L'Italia è terreno fertile per il «partito» della disinformazione russa

Elnur Amikishiyev, Icp

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L’Unione Europea va alle urne, in un voto che ha un grande valore simbolico per il futuro del club di Bruxelles, e questa volta, oltre al partito dell’astensione, deve fare i conti con una nuova “formazione politica” non certo dedita a quella che nel mondo anglosassone si chiama la fair competition: la disinformazione russa.

Gli allarmi si sono rincorsi lungo tutta la campagna elettorale. I maggiori think tank internazionali, fra cui Brookings e il German Marshall Fund, hanno messo in guardia sul rischio di un attacco massiccio da parte della infowar del Cremlino in occasione del voto europeo, soprattutto in alcuni Paesi.

L’Italia vanta il poco felice primato di essersi confermata, anche in questa circostanza, il paradiso della disinformazione russa. A dirlo è il gruppo di ricerca indipendente AI Forensic, che ha pubblicato una ricerca in grado di fare tremare l’Unione Europea e i meccanismi giuridici contro la disinformazione che ha cercato di implementare in questi anni. Il più importante di tutto è il Dsa, il Digital Service Act, una normativa che, in estrema sintesi, inchioda le piattaforme social alle loro responsabilità, sanzionandole economicamente nel caso in cui vengano scoperte a diffondere fake news. Una legge rivoluzionaria, unica nel suo genere. Peccato che le piattaforme per prime non abbiano ancora capito (o non vogliono farlo) come evitare che contenuti fallaci vadano serenamente in circolo sul web. AI Forensic ha infatti scoperto che fra il 1° maggio e il 27 maggio sono stati approvati da Meta, la piattaforma proprietaria di Facebook e Instagram almeno 275 annunci a pagamento che contenevano informazioni false. Spesso si tratta di post che utilizzano la strategia Doppelgänger, ossia articoli che nella grafica sono praticamente identici a quelli dei grandi quotidiani nazionali, perché vengano considerati attendibili da chi li legge, ma che purtroppo contengono notizie false, in questo caso volte a fare diminuire la fiducia dell’elettorato nei confronti delle istituzioni europee.

La brutta notizia è che il Paese dove questo attacco pre elettorale ha fatto più breccia è l’Italia. Secondo i dati analizzati da AI Forensic 61 post a pagamento su Meta hanno raggiunto oltre 1,4 milioni di utenti italiani. In Francia, dove i post acquistati sono stati 101, l’audience intercettata è stata di 854mila persone. In Germania, con 75 post sono stati raggiunte 429mila persone, mentre in Polonia con 38 post è stata intercettata un’audience pari a 350mila persone. L’Italia, dunque, è il Paese con cui si ottiene il massimo del risultato con il minimo dell’investimento. Quasi un gol a porta vuota e la consapevolezza che nel Bel Paese, la lama della disinformazione russa penetra come un coltello nel burro.

Anche il timing non è lasciato al caso. Esaminando il report di AI Forensic, risulta che la campagna di disinformazione ha ricevuto un picco a partire dal 22 maggio. I temi dei post falsi sono sempre gli stessi. Molti si soffermano sulla situazione in Ucraina, con tutto quello che ne consegue. Si cerca di fare passare Bruxelles come dedita solo a mandare le armi a Kiev.

La disinformazione, poi assume connotati specifici a seconda dei Paesi su cui impatta. Per quanto riguarda l’Italia, un post da solo ha raggiunto oltre 400mila account. Nel post si vedeva una lunga fila di giovani disoccupati. Il testo falsava sia la percentuale di disoccupazione giovanile sia il salario medio di un giovane appena entrato nel mondo del lavoro, dando un’immagine molto più negativa rispetto alla realtà. Nel testo si faceva appello alla politica per migliorare la situazione investendo energie sull’Italia. Un modo sottile per dire “più Italia, meno Europa”.

Un altro post diffuso in Italia e che ha raggiunto quasi 250mila account parlava di prezzi dell’elettricità e del gas alle stelle, in un momento in cui invece erano nella norma, spiegando come questo impattasse negativamente sul bilancio di tante famiglie. Il collegamento, nemmeno troppo velato, è all’interruzione di gas dalla Russia, facendo credere che l’oro blu di Mosca sia insostituibile. Messaggi tesi a generale insicurezza, insofferenza nei confronti delle istituzioni europee, nella speranza che si ripercuotano anche sul voto di questo fine settimana.

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