mercoledì 9 aprile 2014
Il Rapporto 2014: i servizi si moltiplicano ma non riescono a far fronte all’aumento di richieste: lo scorso anno aumento di richieste del 60% rispetto al 2012.
COMMENTA E CONDIVIDI
Circa 21mila richiedenti asilo e rifugiati si sono rivolti lo scorso anno ai presidi ro­mani del Servizio dei gesuiti per i ri­fugiati ( Jrs) presenti in Italia, usu­fruendo dei servizi di accoglienza: sono la maggioranza dei 37mila migranti forzati assistiti nel 2013 dall’associazione Centro Astalli – costola italiana del Jrs – presso le sue otto sedi territoriali, da Trento a Catania.  Altro che fine dell’emergenza, sem­brano gridare le cifre snocciolate dal Rapporto 2014 stilato dal Cen­tro Astalli, che conta oltre 480 vo­lontari. «La crisi economica conti­nua a colpire in modo particolare i più vulnerabili. Anche persone che da tempo avevano intrapreso un percorso di autonomia sono state costrette a rientrare nel circuito dell’assistenza. Sempre numerose, tra le persone incontrate, le vitti­me di tortura: ne sono state indivi­duate e assistite 713, per la mag­gior parte provenienti da Paesi a­fricani », ha riferito ieri mattina il gesuita padre Giovanni La Manna, presidente dell’associazione, pre­sentando il volume nella gremita Sala Squarzina del Teatro Argenti­na. «I servizi del Centro Astalli so­no molti, ma certo non sono suffi­cienti. Nella comunità dove vivo abbiamo deciso di ospitare un ri­fugiato.  Abbiamo poi esteso a tutti un invito semplice: accogliamo un rifugiato in ogni comunità religio­sa o laica, come testimonianza au­tentica del desiderio di riportare la persona al centro della società». Un’idea sostenuta da papa France­sco lo scorso 10 settembre, duran­te la sua visita al Centro Astalli. Ma gli appelli del Pontefice non basta­no: «Il 3 ottobre 2013 abbiamo as­sistito impotenti al naufragio di Lampedusa. Le proporzioni ecce­zionali di quella tragedia (366 eri­trei morti, tra i quali donne e bam­bini) potevano essere l’occasione per un cambiamento. Invece dopo l’emozione, c’è stato di nuovo in­differenza e silenzio. Erano passa­ti appena tre mesi dalla visita di pa­pa Francesco a Lampedusa e dal suo monito: “Neanche più un mor­to nel Mediterraneo”. Continua la silenziosa strage nel mare e nel de­serto, le cui vittime sono uomini, donne e bambini colpevoli sola­mente di cercare un posto sicuro dove vivere», ha denunciato padre La Manna.  Lo scorso anno le domande di asi­lo presentate in Italia hanno regi­strato «un incremento del 60% ri­spetto al 2012: sono state 27.830», ha riferito Berardino Guarino, di­rettore dei progetti del Centro A­stalli, che ha distribuito oltre 400 pasti al giorno nella sua men­sa, per un totale annuale che su­pera quota 102mila. «Tutti i nostri servizi hanno registrato una forte domanda di accesso, a dimostra­zione del fatto che i bisogni primari dei rifugiati restano immutati, spesso anche a distanza di anni dall’arrivo in Italia, a causa di una cronica mancanza di programma­zione: siamo ancora lontani dall’a­vere un sistema nazionale per l’ac­coglienza di richiedenti asilo e ri­fugiati unitario, integrato e com­misurato ai flussi di arrivo», ha ri­levato. Da parte sua, il sindaco di Roma capitale Ignazio Marino ha assicurato: «Il Bilancio di previsio­ne 2014, nelle prossime settimane, proteggerà i servizi sociali. Voglio impegnarmi moltissimo perché gli spazi a disposizione dei rifugiati so­no insufficienti».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: