martedì 23 dicembre 2014
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​Attentati incendiari a ripetizione, cinque solo nel mese di dicembre. In particolare nell'area Firenze-Bologna, ma anche Torino e Milano. Con tecniche e obiettivi simili. E con lo scopo di bloccare la circolazione ferroviaria. Così gli investigatori sono sempre più convinti di essere di fronte a una strategia. Che partirebbe addirittura il 19 maggio quando a Lavino di Mezzo in provincia di Bologna vengono incendiati due pozzetti dei cavi elettrici vicino alla linea ad Alta velocità. È un primo segnale. Poi arriva la raffica di incendi di dicembre. Il 2 a Firenze, nel cantiere di Campo di Marte su una gru viene trovato un ordigno incendiario composto da una bottiglia con liquido infiammabile, diavolina, carta e un mozzicone di sigaretta come innesco. Ma il sistema fa cilecca. Il 16 dicembre a Rivoli, fuori Torino, viene lanciata una bottiglia incendiaria contro un camion di una delle imprese che lavorano al cantiere Tav in Val di Susa. Passano due giorni e Milano prendono fuoco due bottiglie incendiarie sulla linea per Torino. Ieri nuovamente Firenze e nuovamente colpiti due pozzetti dei cavi elettrici. Uno degli ordigni incendiari funziona, l'altro no. Solita tecnica con bottiglia di liquido infiammabile e diavolina, molto utilizzata negli ambienti anarchici. 
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