Per l'ultimo saluto a Davide
Bifolco, il ragazzo di 17 anni ucciso la scorsa settimana a
Soccavo da un colpo partito dalla pistola di un carabiniere al
termine di un inseguimento, oggi si è fermato l'intero Rione
Traiano di Napoli. E in centinaia sono accorsi nella parrocchia
della Medaglia Miracolosa per stringersi attorno ai familiari ma
anche per chiedere "giustizia". E non solo. La gente del rione
all'estrema periferia occidentale - formato da decine di
palazzine anonime costruite tra gli anni '60 e '70 - soprattutto
non vuole essere più "infangata" e bollata come camorrista. E
invoca la pace, come ha ricordato dall'altare un amico a nome
della famiglia.
Distrutta dal dolore Flora, la mamma di Davide, che più volte
è stata soccorsa perché colta da malore. Accanto a lei, il papà
Gianni, i fratelli, la sorella che dall'altare, al termine della
funzione religiosa, ha detto: "Spero che si faccia presto
giustizia. Non mi arrenderò fino a che non ci sarà giustizia".
Il giovane parroco, don Lorenzo Manco, ha provato a consolare
i familiari e gli amici: "Quante volte, in questi giorni, anche
noi ci siamo posti questa domanda: Signore, perché?". "Davide vive in chi non dimentica - aggiunge don Lorenzo - ci aiuti seguire davvero questo percorso di fede". E risponde con una frase del Vangelo alla domanda della sorella Marta sul perchè Dio le abbia tolto suo fratello così presto. "Dio accoglie le anime dei giusti", dice.
"Più di qualcuno sta cercando di farci passare per camorristi, ci stanno
infangando", ha detto dall'altare un fedele che, al termine
delle esequie, ha letto un messaggio "a nome della famiglia".
"Abbiate fede, avremo giustizia - afferma - quello che tutti
stiamo cercando". "Oggi - conclude - Davide ha solo un messaggio
che io trasmetto a nome dei genitori, Gianni e Flora: Pace,
pace, pace".
Alcuni amici di Davide hanno percorso la navata in ginocchio:
lo stesso rito che seguono il lunedì in Albis i pellegrini che a
piedi si recano dal Napoletano al Santuario della Madonna
dell'Arco, nella zona vesuviana.
Tra le tante persone comuni che hanno voluto testimoniare la
propria vicinanza alla famiglia, anche Antonella Leardi, la
mamma del tifoso napoletano Ciro Esposito, morto dopo due mesi
di agonia per le ferite subite a Roma prima della finale di
Coppa Italia. Al rito è intervenuto l'assessore al Patrimonio
del Comune di Napoli, Sandro Fucito. Tra i fiori c'erano anche
quelli del sindaco Luigi de Magistris. E poi tanti stendardi di
associazioni di devoti e pellegrini.
All'uscita dalla chiesa il feretro è stato accolto da un
lungo applauso, quindi il lancio di palloncini bianchi ed
azzurri. Poi un lungo corteo, aperto da tanti ragazzi con
t-shirt bianche con le foto di Davide, che si è snodato lungo le
strade del rione.
I giovani hanno urlato: "Giustizia, giustizia". Una lunga
'via crucis' da un isolato all'altro di un quartiere che da anni
attende il riscatto, per esprimere un dolore che appare essere
incontenibile. La prima stazione è stata proprio nel condominio
dove abita la famiglia di Davide e poi lungo la stessa strada
dove ha trovato la morte.
Il servizio d'ordine è stato garantito da un discreto numero
di uomini delle forze dell'ordine, tutti in borghese.
Seguendo il feretro, tra le lacrime, il padre di Davide ha
avuto la forza di sussurrare solo poche parole: "Stanotte
pioveva, ora splende un gran sole. Ma il sole sei tu".