Green pass sul telefonino - Ansa
Sulla scia di quello francese ma con una marcata connotazione italiana. Nascerà così il rinnovato green pass ora allo studio di Palazzo Chigi. Già utilizzato per ambiti come Rsa, matrimoni, stadi ed altri eventi, verrebbe impiegato anche per attività culturali, nei trasporti e pure - ma con modalità differenti rispetto all’intransigente modello di Parigi - nel settore della ristorazione. In generale, la proposta varata dall’Eliseo per rendere progressivamente più normale la vita ai cittadini che decidono di immunizzarsi, raccoglie consensi anche nell’esecutivo di Mario Draghi.
«In Italia stiamo confermando le 500mila vaccinazioni ogni giorno, anzi le abbiamo tendenzialmente superate e questo è un fatto positivo – osserva il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini –. Però la variante Delta ci preoccupa e quindi credo che si debba trovare una via italiana all’utilizzo ampio del green pass. Non inseguiamo modelli stranieri» ma «il governo valuterà di estenderlo ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni».
Per Gelmini, «l’Italia non deve più chiudere, dobbiamo proseguire con il mantenimento di quelle riaperture che sono il frutto di un grande lavoro e quindi sicuramente il governo dovrà valutare l’utilizzo del green pass». Sulla stessa linea il titolare del dicastero per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, che assegna al provvedimento dell’Eliseo il merito «di aumentare la partecipazione alla campagna di vaccinazione. Il governo ora farà tutte le valutazioni del caso sulla base di dati e previsioni. Mi sembra che l’indirizzo della Francia sia molto interessante».
Si dice «favorevole a un’estensione del green pass per il ritorno alla normalità di tutte le attività, e in particolare per garantire le esigenze di socializzazione nella scuola, sui luoghi di lavoro e nelle occasioni ludiche e di svago», anche il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. «Non si possono invocare riaperture indiscriminate – aggiunge – senza un richiamo alla responsabilità individuale che riverbera sulla salute collettiva». Insomma, la certezza della ripresa della vita normale «senza pericolose ricadute, passa esclusivamente attraverso l’adesione pressoché totale alla campagna vaccinale».
Indica senza mezza termini la via adottata dalla Francia il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che chiede «l’applicazione sul serio del green pass, nessuna quarantena per chi ha ricevuto le due dosi» e la revisione «dei parametri» sulla base «del tasso di riempimento degli ospedali». Proprio come fa il collega sottosegretario dello stesso ministero, Andrea Costa, che però ritiene «eccessivo» estendere il pass a bar e ristoranti.
E mentre il leader leghista Matteo Salvini non vuole sentire parlare – tranne che per stadi ed eventi affollati – di «modello francese» perché «non è un modello» e ripete che «il vaccino deve essere una scelta consapevole, non un obbligo», il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, fatta eccezione per bar e ristoranti, si esprime positivamente sul pass: «Se abbiamo deciso di vararlo allora dobbiamo sfruttarlo... anche se temo che dovremo risolvere i problemi legati alla burocrazia italiana».
Intanto, dopo gli annunci sull’ampliamento della "patente dei vaccinati" da parte del presidente Emmanuel Macron, che introduce l’obbligo di immunizzarsi per i sanitari, continua la corsa sfrenata dei francesi all’antidoto. Sono circa 2 milioni le prenotazioni fatte da lunedì sera. Secondo un sondaggio Odoxa per Le Figaro, il 61% dei francesi appoggia le misure annunciate da Macron per scongiurare il rischio di una quarta ondata legata alla variante Delta.
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