venerdì 30 gennaio 2009
La riforma della Giustizia non sia il risultato di uno scontro tra poteri dello Stato ma «il momento di incontro e di convergenza». È l'auspicio del primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone. Alfano: «Stop alla gogna mediatica».
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La riforma della Giustizia non sia il risultato di uno scontro tra poteri dello Stato ma «il momento di incontro e di convergenza». È l'auspicio del primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, che con la sua relazione ha aperto la cerimonia di inaugurazione dell' Anno Giudiziario 2009 della Suprema Corte, davanti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e della massime cariche dello Stato.Carbone ai giudici: «No a processi mediatici». Vietare le proroghe delle intercettazioni - tranne casi eccezionali - se non si sono ottenuti risultati apprezzabili; invito alle toghe ad evitare «tentazioni mediatiche»; indicare i criteri per dare precedenza a determinati processi rispetto a quelli meno urgenti: sono alcuni dei principali argomenti affrontati da Carbone nella sua relazione, insieme con il rilievo sulle enorme lentezza dei processi che pone l' Italia al 151/mo posto su 181 paesi nella classifica mondiale dell'efficienza del sistemi giudiziari. Alfano: «Toghe autonome, ma più potere al ministro». Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha chiesto che per la riforma serve «un grande lavoro di squadra» e ha spiegato che l' obiettivo delle riforme alle quali il Governo sta lavorando puntano a mettere fine alla «gogna mediatica». Alfano ha ribadito il «sacro principio dell' autonomia della magistratura» rivendicando però la responsabilità del ministero della giustizia anche attraverso il controllo dell'efficienza del lavoro delle toghe. .
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