lunedì 19 gennaio 2015
​Il Guardasigilli illustra la relazione annuale sulla giustizia e annuncia nuove misure anti-terrorismo. Nelle carceri italiane 53mila detenuti, le cause penali pendenti sono quasi 5 milioni.
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​Sono ormai "intollerabili" le "dimensioni" assunte dal fenomeno della corruzione nel nostro Paese. L'allarme viene dal Guardasigilli Andrea Orlando che sottolinea l'intreccio tra corrotti, corruttori e "associazioni mafiose", nonchè gli "effetti devastanti" sull'economia italiana e la fiducia del cittadino. Illustrando i risultati raggiunti nel 2014 nel settore giustizia, oltre alle riforme varate e quelle ancora in cantiere, il ministro non ha mancato poi di affrontare il tema del terrorismo internazionale: è "ineludibile" l'introduzione di "nuove misure" per la lotta al terrorismo, poichè "la crescente minaccia del terrorismo internazionale - ha detto Orlando - pone, con urgenza, l'obbligo di una verifica sull'efficacia dell'attuale assetto normativo in una prospettiva di un incisivo rafforzamento dei sistemi di prevenzione e di repressione su questo delicatissimo fronte". Il Guardasigilli ha aperto la sua relazione - tappa che prelude alle cerimonie di inaugurazione dell'Anno giudiziario che si svolgeranno nel fine settimana - ricordando il "lavoro e l'incoraggiamento" del presidente Napolitano sulle riforme per la giustizia. Orlando ha poi affrontato il tema carceri - con un numero di detenuti ormai stabile alle 53mila unità raggiunto senza ricorrere a provvedimenti di clemenza - nonchè quello della lentezza dei processi: è in calo, ha detto, il numero di cause pendenti, che si attestano sotto la soglia dei 5 milioni. Il percorso riformatore, bloccato per anni da "scontri" e "polemiche" è ancora in atto: dalla prescrizione alla custodia cautelare, al falso in bilancio fino alla responsabilità civile (riforma, quest'ultima, con cui tutelare il cittadino ma senza alcuna "finalità punitiva" per i magistrati). L'appello del Guardasigilli alle forze politiche e agli operatori del settore è quello di "partecipare al dialogo e al confronto" per una "sfida comune", fuori da "misere polemiche".
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