Giulio Regeni. Rapito, torturato e ucciso in Egitto quattro anni fa. La famiglia e l'Italia aspettano ancora verità e giustizia - (Ansa)
Quattro anni. È ormai e purtroppo tradizionale la fiaccolata silenziosa che ha segnato a Fiumicello (Udine) – paese natale del ricercatore – l’anniversario della tragica scomparsa di Giulio Regeni a Il Cairo. Quest’anno a guidare il corteo che chiede verità e giustizia, insieme ai genitori Paola e Claudio (che hanno appena pubblicato un libro sulla vicenda), c’era anche la presenza significativa del presidente della Camera, Roberto Fico.
Prima la "Camminata dei diritti", poi dalle 19.41 – l’ora in cui il 25 gennaio 2016 Regeni inviò il suo ultimo sms alla fidanzata – il minuto di silenzio nella piazza dove campeggia la scritta "Verità" disegnata da 4.000 piccole candele: mille per ogni anno; infine l’iniziativa "Pensieri, parole e musica per Giulio".
Secondo Fico quella del giovane italiano «è una questione di Stato che non sarà mai abbandonata finché non otterremo i colpevoli. Le istituzioni devono coordinarsi per parlare con una sola voce all’Egitto. Dobbiamo accelerare; io spero che il 2020 sia l’anno di Giulio».
Ma quella di Fiumicello non è stata l’unica iniziativa per Regeni; Amnesty International Italia ne ha contate oltre 80 in varie città della Penisola. A Trieste, per esempio, il liceo Petrarca e il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico hanno organizzato un sit-in in piazza della Borsa.
A Torino le Sardine hanno aperto nel ricordo di Giulio il loro incontro al Teatro Erba, e poi il capoluogo sabaudo ha ricordato il giovane con una manifestazione in piazza Castello durante la quale hanno offerto il loro contributo anche il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky e suor Giuliana Galli, ex consigliere della Compagnia di San Paolo e per vent’anni coordinatrice del volontariato al Cottolengo di Torino. Fiaccolate si sono svolte anche a Milano, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Bologna...
L'iniziativa ha coinvolto 80 città in tutto il Paese - (Ansa)
Paola Deffendi, mamma di Giulio, ha ringraziato tutti in anticipo sul suo profilo Facebook: «Grazie di cuore a chi ci sta vicino!». Ma pesano comunque il buio e l’omertà che ancora avvolgono l’omicidio del ventottenne dottorando a Cambridge. «Un anno fa, in oltre cento piazze, chiedevamo verità per Regeni – ricorda Emanuele Russo, presidente di Amnesty Italia –, speranzosi che non ci sarebbe stato un altro 25 gennaio. Oggi constatiamo che, nonostante le importanti rivelazioni emerse sulla dinamica dell’omicidio, pochi avanzamenti concreti si sono compiuti nelle indagini».
Chiarezza e giustizia hanno auspicato vari esponenti politici nei loro messaggi commemorativi. «Milioni di ragazze e ragazzi da 4 anni, ogni giorno, chiedono verità e giustizia per il giovane ricercatore sequestrato, torturato, ucciso al Cairo – scrive il senatore Pietro Grasso –. Per questo fare luce sulla tragedia vuol dire anche occuparci delle nuove generazioni, dei diritti umani, di lavoro, studio e ricerca».
Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga aggiunge: «Abbiamo il dovere tutti di continuare a chiedere la verità: auspico che la Commissione di inchiesta parlamentare proceda con rapidità e incisività».
A questo proposito Sabrina De Carlo, deputata M5s, ha fatto il punto sui lavori della Commissione stessa, istituita il 30 aprile scorso: «Abbiamo portato alla luce elementi che fino ad ora non erano stati raccontati e a breve procederemo con altre audizioni. Dobbiamo impegnarci il più possibile affinché si possa raggiungere qualche risultato, è una battaglia importante sui diritti umani».