Il testo sul gioco d’azzardo è fermo da mesi in commissione Bilancio alla Camera. E la sensazione è che la ragione sia più una mancanza di volontà politica che di coperture finanziare. Una conclusione nemmeno poi molto sopra le righe, arrivata alla fine del vivace confronto tra le forze politiche a Montecitorio, organizzato ieri dal movimento Slotmob per chiedere ai deputati uno scatto di coscienza: non ostacolare l’iter del testo unificato di legge sulla dipendenza da azzardo patologico (già approvato all’unanimità in commissione Affari sociali), inserendo nella delega fiscale i punti principali della norma, come il divieto di pubblicità. «Non è possibile che in un anno non sia arrivato il parere. I tempo non è acqua», tuona la relatrice del testo unificato Paola Binetti del gruppo Area popolare, denunciando che «la commissione Bilancio gioca a ping pong», il che non dimostra molta «correttezza politica». Anche affrontare il tema del gioco patologico nella delega fiscale, aggiunge, dimostra che la logica con cui si cercano soluzioni «è economica», quando dovrebbe essere prima tutto «etica e sociale». La questione finanziaria è quella che impedirebbe alla commissione Bilancio di dare parere favorevole. Proprio uno dei membri, Ernesto Preziosi (Pd), non nasconde che prima discutere di azzardo sul piano economico ed etico, il tema andrebbe affrontato su quello politico, «perché è fondamentale una strategia di lungo periodo con interventi in prospettiva», stabiliti a livello governativo. Un rilievo che lo stesso deputato ha manifestato in commissione. Il governo non ha espresso chiusure a priori, ma «bisogna capire cosa pensa la maggioranza sull’argomento», ammette Preziosi, chiarendo se gli interventi in legge di Stabilità sul gioco siano «un pannicello caldo o un punto di arrivo». Fatto sta che ora tutto è bloccato in commissione Bilancio. «Con uno stratagemma tecnico, la Binetti è stata abbandonata» dice il deputato grillino Massimo Bonini, membro di quella per gli Affari sociali, e ora la sanatoria sui centri scommesse non autorizzati «è di fatto un’altra concessione governativa». Inutile, dunque, per lui nascondersi dietro la scusa del minor gettito.Per superare l’ostacolo coperture, infatti, alcune proposte sono arrivate anche dal movimento Slotmob, al cui appello hanno aderito parlamentari di tutti gli schieramenti (tra cui lo stesso Preziosi, insieme a Lorenzo Basso, Mario Sberna, Massimo Baroni, Giovanni Paglia, Edoardo Patriarca, Giuseppe Civati, Nicoletta Favero, Giovanni Endrizzi). I costi per modificare le vlt con tessera magnetica scenderebbero a zero, se si considerasse che molte macchinette sono già predisposte e se si prevedesse una norma transitoria. In più, ci sarebbe un risparmio nella riduzione del fenomeno ludopatia sul versante sanitario. La questione di fondo è capire se «dopo una grande presa di coscienza della società civile - ricordano i coordinatori nazionali Carlo Cefaloni e Gabriele Mandolesi - ci sia la volontà politica, così si riuscirebbe a risolvere tanti problemi». Il governo, invece, sembra andare nella direzione opposta - sottolinea Giovanni Paglia (Sel) - convinto che non ci si debba soffermare tanto «sul veicolo normativo da utilizzare per regolare l’azzardo, ma sull’impegno politico che si vuol mettere». Perché anche in legge di Stabilità «ci sono margini per intervenire».