Abbassare da 25 a 18 anni la soglia di età richiesta per potere essere eletti deputati e da 40 a 25 quella per diventare senatori. È il contenuto di un disegno di legge costituzionale approvato dal governo su proposta dei ministri Giorgia Meloni e Roberto Calderoli e che recepisce i contenuti di una proposta bipartisan avanzata lo scorso gennaio dai deputati Gozi e Graziano del Pd e Formichella e Centemero del Pdl. Il testo, spiega una nota di Palazzo Chigi, «apporta significative modifiche alla Carta fondamentale tese ad incrementare e rendere più effettiva la partecipazione dei giovani alla vita sociale, economica e politica». Sostanzialmente viene proposta l'equiparazione tra elettorato attivo ed elettorato passivo. Oggi è possibile votare per la Camera già a partire da 18 anni (ma possono essere eletti deputati solo cittadini che ne hanno compiuti almeno 25) e per il Senato a partire da 25 (e per essere eletti bisogna averne almeno 40). Di conseguenza, se il disegno di legge diventerà realtà, si ridurranno i tempi di attesa per i giovani che intendessero candidarsi per il parlamento nazionale. «Vogliamo adeguarci a tutte le grandi nazioni europee come la Germania, la Gran Bretagna, la Spagna, che richiedono i 18 anni per l'ingresso in Parlamento - ha spiegato il
ministro Giorgia Meloni -. Solamente la Francia prevede 23 anni, ma sta lavorando perchè si arrivi a 18 anni. Noi vorremmo dare un segnale di attenzione nei confronti dei giovani». Tra i commenti di quanti hanno salutato positivamente l'iniziativa c'è da registrare quello del
presidente della Camera Gianfranco Fini: «Credo sia giusto farlo. Ma è essenziale mettere tutti, e quindi anche i giovani, in condizione di eleggere i propri rappresentanti» ha aggiunto, rilanciando l'ipotesi di una modifica della legge elettorale con la reintroduzione delle preferenze.