La crisi morde ma ancora troppo cibo va a finire nel bidone. Anche se la recessione ha ridotto notevolmente le cifre degli sprechi, con un calo del 25 per cento dal 2008 secondo i dati forniti ieri dalla Cia, la Confederazione italiana agricoltori in occasione della prima Giornata di prevenzione dello spreco alimentare, in Italia vengono gettati via ogni anno 5 milioni di tonnellate di alimentari commestibili per un valore che sfiora quasi 9 miliardi di euro. "Uno scandalo da un punto di vista economico ed etico, soprattutto se si considera che nel 2013 sono aumentati del 10 per cento gli italiani che hanno chiesto aiuto per mangiare, per un totale di 4 milioni di persone assistite con pacchi alimentari e pasti gratuiti nelle mense" ha detto Dino Scanavino, vicepresidente vicario della Cia, intervenendo oggi a Roma al Tempio di Adriano alla Giornata di prevenzione istituita dal ministero dell'Ambiente. Anche la Coldiretti ha esaminato i comportamenti alimentari degli italiani. Tre italiani su quattro (73 per mcento) hanno tagliato gli sprechi a tavola nel 2013, anche per effetto della crisi che spinge al risparmio e ad ottimizzare la spesa dallo scaffale alla tavola. È quanto emerge dall'indagine Coldiretti/Ixè divulgata ieri. La tendenza al contenimento degli sprechi - sottolinea la Coldiretti - è forse l'unico aspetto positivo della crisi in una situazione in cui ogni persona in Italia ha comunque buttato nella spazzatura 76 chili di prodotti alimentari durante l'anno. Secondo l'indagine, il 45 per cento degli italiani ha ridotto gli sprechi, il 28 per cento li ha addirittura annullati, mentre una percentuale del 26 per cento non ha cambiato il proprio comportamento. Tra chi ha tagliato gli sprechi, l'80 per cento fa la spesa in modo più oculato, con un crescente interesse per i mercati degli agricoltori, il 37 per cento guarda con più attenzione la data di scadenza e il 26 per cento ha ridotto le dosi acquistate. E arrivano al 56 per cento quelli che riutilizzano gli avanzi per preparare polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille o macedonia. In particolare quattro italiani su dieci (42 per cento) mangiano il pane avanzato dal giorno prima e solo un 2 per cento butta il pane superfluo.