martedì 25 novembre 2014
​25 novembre: la data della morte delle sorelle Mirabal per mano del dittatore della Repubblica Domenicana scelta dall'Onu per sensibilizzare e proteggere le vittime.
La non-cultura assassina di Antonella Mariani
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​A chi le domandava se non aveva paura di essere assassinata, Minerva Mirabal rispondeva: “Se mi uccidono mi rendono più forte”. Aveva ragione. Quando, il 25 novembre 1960, il feroce dittatore della Repubblica Domenicana, Leonidas Trujillo, commissionò l’omicidio “delle farfalle” (così venivano chiamate Minerva e le sorelle Patria e María Teresa), non immaginava che sarebbe stato uno dei suoi ultimi atti. Pochi mesi dopo, il 30 maggio 1961, il gerarca fu, a sua volta, ammazzato e il regime si sgretolò, dopo 30 anni di spietato pugno di ferro. La morte delle sorelle Mirabal – affermano gli storici – è stato il punto di non ritorno del trujillismo. Minerva, María Teresa e Patria non erano “eroine” classiche o guerrigliere in mimetica. Erano donne “comunemente fuori dal comune”, attiviste democratiche, mamme, mogli. Le tre, laureate ma costrette a non lavorare dalla dittatura, avevano abbracciato la lotta pacifica per dare un futuro libero e degno ai loro figli. E perché le bimbe dell’isola non fossero più ridotte in schiavitù sessuale da Trujillo e i suoi sgherri, com’era la prassi. Un impegno che è sopravvissuto al tempo. Nel 1999 le Nazioni Unite hanno scelto la data del loro omicidio per celebrare la “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”. Un fenomeno tuttora diffuso, non solo nel Sud del mondo. Secondo l’Unicef, una ragazza su dieci, sotto i vent’anni, ha subito abusi sessuali, oltre 130 milioni di bimbe sono state sottoposte a mutilazioni genitali e 700 milioni sono state costrette a sposare uomini molto più vecchi di loro. Una giovane su tre, inoltre, è stata vittima di violenza fisica o psicologica per mano del partner. Un dramma, troppo spesso, invisibile. Eppure, di tanto in tanto, nel silenzio, si sente un battito di ali. Ora come ieri, il “!volo delle farfalle” richiama donne e uomini al dovere di vivere la libertà nel rispetto degli altri. E delle altre, senza la quali il mondo risulterebbe mutilato.
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