Alle 8,30 il primo container con le armi chimiche siriane è stato sbarcato nel porto di Gioia Tauro. La grande gru "Post Panamax" ha agganciato lo "scatolone" giallo a bordo del cargo danese Ark Futura attraccata alle 5 e lentamente in circa due minuti lo ha posato sulla ralla, l'apposito rimorchio portacontainer che lo ha poi caricato sulla nave Usa Cape Ray che era giunta ieri mattina. In tutta questa fase gli operatori e l'autista della ralla si sono tenuti a una distanza di 50 metri. Prudenza al massimo visto che questo container come i due successivi contiene iprite, il pericolosissimo gas mostarda. Infatti per ogni scarico e carico ci si impiega circa 30 minuti contro i 3-4 necessari per un carico normale. Tutta l'area è blindata, al largo pattuglia una nave militare italiana mentre in cielo volteggia un elicottero del 118. L'unico punto di osservazione è una collinetta a 300 metri dalle navi dove si affollano giornalisti e operatori. E dove arriva anche Domenico Madafferi, sindaco di San Ferdinando comune in cui ricade il 60% del porto. Neanche a lui è permesso accedere al luogo delle operazioni e quindi deve limitarsi ad osservare col binocolo. Alle 9,30 i tre container più pericolosi sono imbarcati e si può andare avanti più velocemente usando tre ralle per il trasporto. Le previsioni sono di finire in 10 ore.