Dopo la consultazione, i provvedimenti concreti. La «buona scuola» del governo Renzi registra un nuovo passaggio del suo cammino che, conferma il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, « terminerà con l’avvio nel settembre 2015». A un mese esatto dalla conclusione della consultazione nazionale, il ministero di viale Trastevere ha voluto tracciare un bilancio delle risposte ricevute dal Paese.
La partecipazione. I dati forniti mostrano un grande interesse nazionale attorno alla scuola e alla sua riforma: un milione e 300mila accessi al sito, 207mila partecipanti on line e altrettanti nei 2.040 dibattiti svoltisi lungo tutta la Penisola. In aggiunta le 40 tappe del tour che ha coinvolto ministro, sottosegretari, direttore generali e dirigenti del ministero negli incontri locali. Molto si è svolto on line, con l’invito al ministero di seimila messaggi di posta elettronica e 45mila commenti alle 136 pagine del progetto sulla «buona scuola». «La più grande consultazione mai fatta in Europa» sottolinea il ministro.
Qualche risultato. Dalla consultazione emergono alcune integrazioni o correzioni di rotta rispetto al documento iniziale. Parlando, ad esempio, del piano di assunzione di 150mila nuovi docenti, le risposte hanno evidenziato la necessità di formazione, di rafforzare l’anno di prova, di mobilità tra l’organico funzionale e quello di cattedra, di valorizzazione delle esperienze. Sull’organico funzionale, le indicazioni maggiori si sono concentrate nell’utilizzo per «rafforzare la didattica nelle classi con maggior concentrazione di alunni» e «per sostenere gli studenti nel recupero formativo». E nel percorso per l’abilitazione? Le risposte indicano un rafforzamento delle discipline di base, delle lingue e del digitale. La «capacità di insegnare e competenza disciplinare» sono le richieste maggiori nell’ambito degli aspetti da premiare nel futuro concorso, piuttosto che «il curriculum, titoli o pubblicazioni». Altro tema delicato la valutazione del docente. La consultazione ha mostrato un fronte ampiamente favorevole, ma la valutazione dovrebbe essere finalizzata soprattutto per «costruire percorsi di miglioramento» e per «determinare il ruolo nella scuola», piuttosto che per «modificare la retribuzione» proposta che raccoglie i maggiori consensi tra dirigenti e genitori. Sulle competenze da potenziare nella scuola il primo posto lo conquista la lingua inglese, mentre vi è una crescente richiesta di dare visibilità all’educazione civica. Altre proposte: rendere obbligatoria la scuola dell’infanzia, più integrazione per alunni stranieri o disabili, prevenire la dispersione scolastica.
I prossimi passi. «I nostri tempi devono essere serrati, l’impegno è quello di avere la buona scuola in classe il primo settembre 2015». Il ministro Giannini fissa da subito il limite temporale entro il quale le conclusioni della consultazioni devono diventare realtà. «Con la collaborazione delle forze parlamentari confezioneremo un provvedimento che tenga conto dei suggerimenti arrivati» assicura il ministro dell’Istruzione, che esprime anche un giudizio positivo sulla modalità di coinvolgimento del Paese. «Questa è una consultazione che non voleva essere un referendum, non è stata "ti piace" o "non ti piace" la buona scuola, ma è uno strumento di coinvolgimento nella costruzione di un modello educativo».