Gli studenti stranieri che saranno in sovrannumero nelle classi (oltre il tetto del 30%) potranno essere trasferiti da un plesso scolastico all'altro: a questo scopo, il ministero dell'istruzione sta pensando a prevedere convenzioni con gli enti locali che si occuperanno degli spostamenti logistici. Lo ha detto il ministro Mariastella Gelmini, a Mezz'ora su Rai3, assicurando che l'eventuale problematica interesserà un numero ridotto di scuole, soprattutto nelle grandi città, e che gli spostamenti saranno brevi, al massimo da quartiere a quartiere. Il tutto "senza pesare sulle famiglie". Gelmini ha ribadito che il provvedimento "é stato studiato da tecnici e suggerito da insegnanti sulla base dell'esperienza", che fa riferimento al "buon senso". Sarà "favorita una distribuzione equilibrata". In tal senso, aiuterà il dimensionamento dell'edilizia scolastica in corso. E "non necessariamente" - ha tenuto a dire Gelmini - ci sarà bisogno di fare trasporti e spostamenti.Il ministro Gelmini ha anche sottolineato che per l'integrazione degli studenti stranieri sono stati stanziati 20 milioni di euro per potenziare le classi d'inserimento. "Abbia fiducia - ha quindi detto a Lucia Annunziata - anche il maestro unico sembrava un disastro per la sinistra ed invece non è stato così. Questo del tetto è un provvedimento studiato e ragionato, non creerà discriminazioni". Qui - ha osservato ancora Gelmini - non si tratta di "razzismo o di ideologia ma di qualità dell'istruzione pubblica che va migliorata" per evitare l'"esodo verso la scuola privata. Faremo - ha concluso - una verifica del provvedimento a medio termine e faremo una valutazione".Il ministro dell'interno Roberto Maroni è "assolutamente d'accordo" con il tetto del 30% di alunni stranieri nelle classi, stabilito dal ministro Gelmini. "E' una richiesta che aveva fatto la Legà, ha risposto Maroni durante 'L'intervistà su Skytg24. Ed ha spiegato: "E' necessario distinguere tra le politiche di integrazione, che sono giuste, necessarie e sacrosante - e che si fanno in Italia, meglio e più di quanto si fanno in altri paesi europei - ed il fatto che può essere dannoso per tutti mettere insieme bambini che parlano lingue diverse e che non hanno un equilibrio comune nella composizione della classe. E può anche determinare condizioni per cui non si svolga correttamente l'azione didattica. Queste sono le motivazioni alla base della decisione del ministro Gelmini - ha concluso Maroni - che noi condividiamo in pieno".