Le griffe della moda rifanno il look alla Galleria Vittorio Emanuele. Saranno Prada e Versace, inquilini vip del salotto buono del capoluogo lombardo, a finanziare i restauri che dovranno riportare il complesso monumentale milanese al suo antico splendore, in tempo per l'Expo del 2015 e per il suo 150esimo anniversario. Un'operazione simile a quella fatta a Roma da Diego della Valle per il Colosseo.
I lavori di restauro, che saranno fatti a tempi di record, partiranno già domani. Con un cantiere che affiancherà tradizione e innovazione: ai normali ponteggi, infatti, si aggiungerà un cantiere mobile ideato ad hoc. Costo dell'operazione: 3 milioni di euro per tutti e 14 mila i metri quadrati delle facciate interne. Il restauro è frutto dell'accordo tra il Comune di Milano e i due brand, a cui si sono aggiunti Feltrinelli e Seven Stars Hotel. I lavori rientrano come parziale contropartita per l'ingresso di Versace in Galleria, al posto dell'argenteria Bernasconi, e per l'allargamento di Prada in parte degli spazi di Feltrinelli-Ricordi. A stupire milanesi e turisti, da qui all'aprile 2015 (quando l'opera sarà completata), non sarà solo il ritorno del complesso monumentale del Mengoni alla policromia e alla bellezza delle origini, ma lo stesso cantiere che prenderà forma fin da domani. I classici ponteggi, infatti, saranno limitati all'Ottagono(l'incrocio dei due bracci della struttura) e alle porte di ingresso. Sarà invece un ponteggio mobile innovativo a permettere ai restauratori di lavorare lungo le due navate. Un colosso da 15 metri per 14 e un volume complessivo di 9 mila metri cubi, in grado di scorrere di 15 metri ogni 21 giorni, nato per tentare di limitare al massimo i disagi per commercianti e cittadini. Dalla forma vagamente a Y (vista frontalmente), la struttura si reggerà su gambe che scorreranno su un piano dotato di binari che poggerà a terra per proteggere la pavimentazione. Sopra, a 6 metri di altezza, sorreggerà una piastra da 24 tonnellate, da cui partiranno due ponteggi alti 26 metri per lavorare contemporaneamente sulle due facciate. Così, di giorno i lavori andranno avanti sui piani alti senza intralciare i passanti e di notte al livello del terreno. Nei 13 mesi di lavori (sotto il monitoraggio della Soprintendenza) sono compresi anche gli interventi del Comune su capitelli e fregi dell'ingresso e dei portici lato Duomo (da 1,5 milioni di euro), di manutenzione e consolidamento delle balconate (2 milioni l'anno) e sull'illuminazione. In totale serviranno 40 mila ore di lavoro che, oltre a riportare la Galleria all'originale policromia (con diverse tonalità di giallo degli intonaci e il rosa delle pietre), permetterà di studiare in dettaglio i diversi interventi che si sono susseguiti nel tempo (dal Dopoguerra all'ultimo del 1995)in modo da creare un archivio utile per il futuro. Ultimo step, dopo Expo, saranno i lavori sulla copertura in vetro della cupola dell'Ottagono. "Dopo 20 anni di abbandono si torna a intervenire per avere un Galleria più sicura e bella", hanno spiegato gli assessori comunali Carmela Rozza (Lavori pubblici) e Daniela Benelli (Demanio), "e, come alle origini della Galleria, sarà una joint venture pubblico-privato".