Elikya in scena con lo spettacolo “Fuoco dentro” - Nonsoloclick
Viviamo tempi difficili, in cui è molto facile cedere alla rassegnazione, al cinismo e alla chiusura nel proprio orticello, illudendosi di potercela fare da soli. La fragilità appartiene alla natura umana, ma ogni persona coltiva il desiderio di non arrendersi al limite, di cercare la strada per compiere il proprio destino e di vivere una positività ultima. Una positività che non può derivare dall’illusoria certezza che le cose si sistemeranno (“andrà tutto bene”), ma piuttosto dalla consapevolezza che gli uomini, come scriveva Hannah Arendt, «anche se devono morire, non sono nati per morire ma per ricominciare».
Ma da dove può venire l’energia per vivere? Decisivo è l’incontro con persone che siano testimoni di speranza, con un cuore appassionato al bene dell’individuo e della società. Per illuminare il loro contributo e riproporlo come esempio da seguire è nato il Premio “Fuoco dentro - Donne e uomini che cambiano il mondo”, istituito dall’arcidiocesi di Milano e da Elikya, associazione di promozione sociale. La cerimonia di consegna si svolgerà venerdì 28 aprile alle 21 al Teatro Pime di Milano in via Mosè Bianchi 94 (ingresso libero, prenotazioni su eventbrite.com). La finalità del premio è dare risalto e diffondere la conoscenza di persone “con il fuoco dentro”, che si sono spese per progetti, ideali, o per essere state di esempio per la cittadinanza.
Il titolo del premio nasce da un’omelia dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, il cui testo è stato poi drammatizzato da Elikya: ne è scaturito uno spettacolo che racconta storie di uomini e donne che, in un mondo ferito da incongruenze, debolezze, malvagità e tristezze, scoprono i segreti per rigenerarlo a vita nuova e diventano un virus positivo che contribuisce a umanizzare la convivenza.
Lo spettacolo è andato in scena per la prima volta nel 2021, all’indomani dell’uccisione dell’ambasciatore Luca Attanasio nella Repubblica Democratica del Congo.
La sera di venerdì 28 aprile saranno premiati Mounir Khairallah,vescovo di Batroun in Libano; Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari; don Virginio Colmegna, già direttore di Caritas Ambrosiana e per vent’anni presidente della Casa della Carità; lo scrittore Daniele Mencarelli; “L’albero della Macedonia”, una realtà che alle porte di Pavia coltiva un’esperienza di condivisione e di vita comunitaria tra famiglie italiane e marocchine. Un premio alla memoria verrà assegnato a don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, nel centenario della nascita.
Per l’occasione l’artista Alfredo Rapetti ha realizzato sei opere pittoriche che verranno donate ai premiati.
La serata sarà animata dal Coro Elikya, un ensemble composto da cinquanta coristi di sedici nazionalità, che propone un intreccio di diverse forme artistiche: canto, musica, danza e recitazione. In questa multiformità si rispecchia la composizione del gruppo stesso che testimonia la bellezza della diversità.
«Siamo convinti che la convivenza si costruisce favorendo la conoscenza reciproca e l’incontro tra identità capaci di arricchirsi nell’incontro – dice il direttore di Elikya, Raymond Bahati –. Ognuno per affermare il proprio “io” non può prescindere dal confronto con l’alterità. Solo così si può costruire una convivenza a misura d’uomo. Le persone premiate, per la passione per l’umano che hanno testimoniato, per il fuoco che le anima e che è diventato contagioso per molti, sono un segno di speranza a cui tutti possono guardare».