sabato 22 marzo 2014
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Palagiano ha dato l'ultimo saluto saluto al piccolo Domenico, il bambino di 30 mesi morto lunedì sera nell'agguato di mafia, alle porte del paese, costato la vita anche alla madre, la 30enne Maria Carla Fornari, e al compagno di questa, Cosimo Orlando, di 40 anni, detenuto in semilibertà. I funerali di Domenico e della madre sono stati celebrati nella chiesa di San Nicola, una delle tre di Palagiano. Il rito è stato presieduto dall'amministratore diocesano della diocesi di Castellaneta - essendo questa diocesi temporaneamente priva di vescovo poiché monsignor Pietro Maria Fragnelli è da qualche mese vescovo di Trapani - assieme ai parroci delle tre chiese. L'omelia «Per noi Domenico è il chicco di grano caduto in terra. Vogliamo fermamente sperare che, proprio perché caduto in terra e calpestato dalla cattiveria umana, produrrà molto frutto», ha detto nell'omelia l'amministratore diocesano di Castellaneta, don Giuseppe Favale. «Il frutto che ci aspettiamo da questa morte - ha aggiunto il sacerdote - è una riconquistata armonia nella nostra comunità, un'armonia fatta di fraternità e di solidarietà, che non è tanto il risultato dei soli sforzi umani, pur necessari, quanto piuttosto un dono di Dio. Per la morte di questo innocente, del piccolo Domenico, l'odio sia vinto dall'amore e il perdono fiorisca sulla vendetta». «Mentre deploriamo con decisione questo fatto esecrabile, chiediamo agli autori dell'orribile delitto di ravvedersi e di lasciarsi toccare il cuore dal sangue innocente del piccolo Domenico e dal dolore dei suoi fratellini Mauro e Davide che hanno visto morire inaspettatamente davanti ai propri occhi le persone a loro più care». Ha poi aggiunto con forza don Favale. i fratellini non erano presenti in chiesa. In un primo momento si era pensato che potesse essere celebrato un funerale unico per le tre vittime ma la posizione della famiglia della donna e diversi altri motivi hanno poi portato a propendere per due cerimonie separate: madre e bambino insieme e l'uomo in un'altra. I funerali di Orlando, comunque, al momento non sono stati ancora fissati. Potrebbero svolgersi in un secondo momento - anche domani - oppure in un luogo diverso - nella cappella del cimitero di Palagiano. Il pensiero per il piccolo Domenico, insieme con la condanna verso ogni forma di mafia, criminalità e violenza, sarà il motivo centrale del rito funebre di oggi. Quel bambino per il quale ieri ha pregato Papa Francesco, nella giornata per le vittime di mafia insieme a don Luigi Ciotti di Libera, e che sarà nuovamente ricordato lunedì, sempre a Palagiano, nella manifestazione indetta dalla stessa Libera con don Ciotti. Manifestazione che nelle ultime ore sta registrando numerose adesioni, tra cui quelle dei sindacati Cgil, Cisl e Uil di Taranto.Ieri, intanto, il medico legale, Marcello Chironi, ha effettuato l'autopsia anche sul corpo della donna dopo che  il giorno precedente aveva effettuato quelle sui corpi del bambino e dell'uomo. Almeno otto colpi hanno raggiunto Carla Maria Fornari al torace. La donna era alla guida della Matiz dove si trovavano Orlando, il piccolo, più altri due bambini, fratelli di Domenico e rimasti illesi alla pioggia di fuoco perchè erano sui sedili posteriori. Tutti si stavano dirigendo a Taranto, perché Orlando doveva rientrare in serata in carcere essendo appunto detenuto semilibero. L'auto aveva imboccato la statale 106 dir, nell'area di Palagiano, quando all'altezza di una curva è stata affiancata dall'auto del commando. I killer avrebbero stretto la macchina delle vittime costringendo la donna a rallentare e a deviare sulla destra verso il bordo della strada. Poi, quando sono arrivati a tiro, uno dei due killer avrebbe puntato la pistola verso la donna aprendo il fuoco: 13 colpi calibro 9. Tanti ne hanno contato gli inquirenti. La prima a morire sarebbe stata proprio lei. I proiettili successivi avrebbero poi ferito a morte il piccolo e l'uomo. Questi era, secondo un'ipotesi ormai sempre più consolidata, il vero bersaglio dei killer. Cosimo Orlando, secondo gli investigatori, si stava infatti riposizionando nel mondo del traffico di droga  e questo potrebbe aver suscitato la reazione feroce di esponenti avversari. È questa una delle piste sulla quale sta indagando la Procura della Dda di Lecce insieme a Sco, Ros, Polizia e Carabinieri di Taranto. La scelta di affidare le indagini alla Dda di Lecce, ha spiegato ieri il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che a Taranto ha presieduto il comitato nazionale per l'ordine pubblico e la sicurezza, non è dovuta al fatto che si ritiene quello di Palagiano un omicidio voluto dalla mafia in quanto tale ma perchè mafiose sono state le modalità dell'agguato. Ma "siamo sulla strada giusta", ha detto Alfano a proposito delle indagini, aggiungendo altresì di non poter, per il momento, specificare di più.
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