sabato 26 aprile 2014
Per i periti è ancora socialmente pericolosa. La donna, che è stata condannata per l'uccisione per figlioletto di tre anni, ha chiesto i domiciliari dopo 14 anni di carcere.
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Quattordici anni dopo l'omicidio del figlio Samuele Lorenzi, in Annamaria Franzoni ci sono ancora condizioni di pericolosità sociale e la donna ha bisogno di una psicoterapia di supporto. Pur non esprimendosi nello specifico sul rischio che possa o meno nuovamente uccidere, lo sostiene la perizia psichiatrica redatta dal professor Augusto Balloni, esperto incaricato dal tribunale di Sorveglianza di Bologna di valutare ancora una volta la personalità della donna per decidere sulla richiesta di detenzione domiciliare.    La perizia, circa 80 pagine, è il frutto di una decina di incontri in oltre due mesi e le conclusioni, depositate prima di Pasqua, saranno discusse martedì in udienza, dove la difesa è comunque convinta di potersi giocare le proprie carte. Secondo quanto rivelato dalla trasmissione Quarto grado, la perizia sostiene che Franzoni, che sta scontando una condanna a 16 anni, è socialmente pericolosa: soffre di un "disturbo di adattamento" per "preoccupazione, facilità al pianto, problemi di interazione con il sistema carcerario" perché continua a proclamarsi innocente. È una sintesi che trova sostanziale conferma in ambienti giudiziari, anche se da più parti si stigmatizza la semplificazione di una riflessione che sarebbe molto più articolata. La perizia era stata conferita a gennaio dal tribunale proprio per poter decidere sulla richiesta avanzata da Franzoni, che da alcuni mesi ha ottenuto di poter lavorare all'esterno del carcere - è impegnata in attività di sartoria in una cooperativa sociale di una parrocchia - e ha usufruito di permessi per andare a casa, brevi periodi con il marito e i due figli. Ora vorrebbe rientrare stabilmente per assistere il figlio minore, avendo espiato almeno un terzo della pena.
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