Il decreto “sblocca Italia” rischia di impantanare ulteriormente i finanziamenti alle scuole paritarie. E non solo quelli, ma anche i fondi per le borse di studio, per l’integrazione dei disabili e per l’erogazione gratuita dei libri di testo alle famiglie povere. Per le paritarie il problema è l’articolo 42 che recepisce l’accordo del 29 maggio tra il ministero dell’Economia e la Conferenza Stato-Regioni che fa rientrare nei bilanci regionali i 220 milioni previsti per le scuole, sospendendo, per 100 milioni, l’esonero dal patto di stabilità interno. Ciò significa che le Regioni, per rispettare i vincoli imposti da patto, si troveranno in gravi difficoltà a girare questi contributi alle scuole, dovendo tagliare altri capitoli di spesa. Inoltre, ciascuna Regione potrà decidere con che modalità erogarli, generando disomogeneità e ritardi tra i territori e cancellando i “criteri di riparto” stabiliti dal Miur in accordo con gli Uffici scolastici regionali. Che, in questo modo, sarebbero scavalcati. A rischio sono anche 150 milioni per le borse di studio universitarie, 80 milioni per i libri di testo e 15 milioni per i disabili.Alle paritarie, l’ulteriore blocco dei finanziamenti provocherebbe enormi problemi di bilancio. Questi 220 milioni rappresentano il saldo dei contributi 2014, che, in attesa dell’effettiva erogazione, le scuole hanno già impegnato per finanziare le attività didattiche e pagare gli insegnanti. «Siamo molto preoccupati – si legge in una nota congiunta dei presidenti di Agesc, Cdo Opere educative, Fidae e Fism – anche perché i fondi in questione riguardano l’anno scolastico già trascorso, sul quale le scuole hanno già preso importanti impegni di spesa legati al loro funzionamento. A fronte della sistematica riduzione delle risorse operata in questi ultimi anni nei confronti delle scuole paritarie, è necessario che questi fondi, che costituiscono il 45% del contributo complessivo, non solo siano urgentemente sbloccati e messi al riparo da nuovi eventuali tagli, ma che siano al più presto erogati alle scuole».La preoccupazione dei gestori e delle famiglie è aggravata dalle disposizioni contenute nella Legge di stabilità che, partendo dal bilancio triennale, conferma, come negli ultimi cinque anni, il dimezzamento dei finanziamenti alle paritarie, che passerebbero da circa 500 a 272 milioni di euro l’anno. Per gli istituti equivarrebbe a una condanna a morte.«Non ce lo possiamo permettere – dice il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi – per il semplice fatto che lo Stato non ha le risorse per garantire il diritto allo studio al milione e passa di alunni delle paritarie. Se uno scenario del genere dovesse verificarsi, collasserebbe l’intero sistema scolastico, comprese quindi anche le scuole statali. Al governo abbiamo già fatto presente il problema e stiamo lavorando alla sua soluzione».La strada, però, è «tutta in salita», dice allarmata la deputata del Pd, Simonetta Rubinato, che con altri colleghi della commissione Cultura della Camera, giovedì ha depositato una serie di emendamenti al decreto “sblocca Italia”. «La situazione è davvero drammatica – aggiunge – ed è necessario unire le forze per non precipitare il nostro sistema d’istruzione indietro di cent’anni. Ben prima che ci pensasse lo Stato, infatti, in tanti paesi, anche i più piccoli e poveri, furono costruiti asili e scuole che, adesso, rischiano la chiusura. Non lo dobbiamo permettere». In prima linea è anche Gian Luigi Gigli (Per l’Italia), co-firmatario degli emendamenti. «Lo scorso dicembre – ricorda – il governo Letta si era impegnato ad accreditare i finanziamenti alle paritarie entro quattro mesi. È passato quasi un anno e di questi soldi non c’è traccia».