venerdì 10 giugno 2011
Il Cavaliere nega tensioni con Tremonti sulle tasse. Ed esclude anche fibrillazioni nel Pdl: niente di preoccupante, i giornali mistificano.
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«Invenzioni dei giornali». In una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi cancella con un colpo di spugna tutte le voci che segnano burrasca all’interno del governo e del Pdl. A cominciare da quelle sulla manovra, che si annuncia lacrime e sangue, che il premier ridimensiona sia nelle cifre, sia sui costi sociali. «Non si tratta di nulla di preoccupante, state tranquilli», spiega il Cavaliere ai giornalisti, annunciando a breve la riforma fiscale e alcuni ritocchi, resi necessari da alcune scadenze finanziate fino a giugno, come le missioni militari e i ticket sanitari: «Prima dell’estate, credo che interverremo con un’opera di manutenzione del bilancio di quest’anno, che sarà di qualche miliardo, probabilmente intorno ai 3 miliardi. E poi provvederemo, negli anni a venire, sempre con gli stessi interventi già prodotto negli anni passati». Ma Berlusconi non ha citato la cifra complessiva della manovra di rientro dal deficit, prevista dal documento economia e finanza (Def), che prevede 2,3 punti di Pil sul 2013 e sul 2014, per un totale di circa 40 miliardi complessivi. Berlusconi ha detto: «È inutile far preoccupare i cittadini. Sappiamo già dove andare a trovare i risparmi necessari, c’è la massima serenità». Il presidente del Consiglio ha poi spiegato: «Si tratta di aderire all’indicazione che la Commissione Europea ha proposto al Consiglio dei capi di Stato e di governo, e che questi hanno valutato positivamente, di portare i nostri bilanci in pareggio entro il 2014. Noi siamo in una posizione privilegiata perché il nostro deficit di bilancio di quest’anno è del 4,6 per cento. Meglio di noi ha fatto solo la Germania con il suo 3,6. Tutti gli altri Stati hanno deficit più rilevanti». Colpa della stampa anche le notizie sulle tensioni con Tremonti e all’interno del Pdl: «I giornali sono ormai distanti dalla realtà e io non li leggo più. Disinformano». Il braccio di ferro con il ministro dell’Economia sulla riduzione delle tasse è, dunque, «destituito di ogni fondamento». «Invenzioni» le voci sulla maretta nel Pdl: «Nel mio partito c’è una assoluta tranquillità, non c’è alcuna situazione che mi dia il minimo di preoccupazione». Con la stessa ostentata serenità, il premier dice di guardare alla prossima verifica parlamentare e al futuro del suo esecutivo: «Dovrete sopportarci fino al 2013». Il governo, dunque, andrà avanti. E prima dell’estate farà anche la riforma fiscale, di cui il premier ha parlato con Tremonti e Bossi «in termini rispettosi e civili». Avanti tutta anche sulla riforma della giustizia. E stop anche alle pretese leghiste di spostare i ministeri al Nord: «Non si tratta di un trasferimento di ministeri ma si tratta di uffici di rappresentanza, è una cosa che non esiste». E, comunque, «gli italiani dovrebbero farci un monumento, se sapessero quello che il governo ha fatto per loro, credo che veramente abbiamo portato avanti una attività che ha del miracoloso, ma gli italiani non lo sanno perché i media mistificano la realtà». La conclusione è un auto elogio sulla sua capacità di governare, di fronte a una sinistra non degna: «Il mio governo è imparagonabile rispetto al governo che potrebbe offrire la sinistra, divisa e priva protagonisti capaci di reggere degnamente un Paese difficile come l’Italia. Spesso – ha detto il premier – trovandomi in situazioni internazionali, mi dico: ma se ci fosse qualche protagonista della sinistra al posto mio, che figura ci faremmo? E mi corre un brivido lungo la schiena». E ha concluso: «Io sono il più esperto, ho avuto un grande successo come imprenditore privato rispetto agli altri leader, io sono un tycoon e quanto a intelligenza non sono secondo a nessuno». Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi
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