Cremona. Quando la cultura fa bene al turismo e all'economia
Quando in un coro si dice “non serve Gardiner”, significa che quel tal brano o passaggio musicale non è particolarmente difficile. Naturale: l’autorità mondiale del repertorio barocco (ma non solo) è lui, “sir Eliot Gardiner”, l’alunno del King’s college di Cambridge - classe 1943 - che ha fondato il “Monteverdi Choir”, gli “English baroque soloist” poi divenuti l’“Orchestre revolutionnaire et romantique”. Il direttore “ospite” di orchestre del calibro dei Wiener Philharmoniker che si è prodotto in circa 250 incisioni. Il filologo studioso di storia e lingua araba che ha restituito alle più grandi composizioni il contesto in cui sono nate (un suo progetto tra tanti: il “Bach cantata pilgrimage”, che nel 2000 l’ha visto impegnato – peregrinante ogni settimana tra Europa e Stati uniti - ad eseguire una cantata di Bach nel giorno liturgico esatto per il quale era stata scritta).
Poste queste premesse, si comprende l’attesa che aleggia quest’anno su Cremona: la sera del 24 giugno - unica data italiana - dal gesto di Gardiner esploderà in cattedrale il solenne “Deus, in audiutorium meum intende” che apre il “Vespro della beata Vergine” di Monteverdi. Il capolavoro sacro che il “divin Claudio”, nato proprio a Cremona il 9 maggio 1567, pubblicò a Venezia 43 anni più tardi. Ecco la conclusione del Monteverdi festival 2017: un’edizione speciale, calata nella più ampia kermesse di eventi per il 450° anniversario della nascita del musicista.
Il programma è stato svelato l’altro giorno in regione Lombardia, dove il comitato delle celebrazioni – in cui siedono il Comune di Cremona, le fondazioni “Amilcare Ponchielli”, “Museo del violino” e “Stauffer”, il dipartimento di musicologia e beni culturali dell’Università degli studi di Pavia con l’istituto superiore di studi musicali “Claudio Monteverdi”, l’archivio di Stato, e poi ancora il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, regione Lombardia e comune di Mantova - ha presentato Cremona come capitale della musica 2017.
“Monteverdi - così l’assessore regionale a culture, identità e autonomie, Cristina Cappellini - per noi è il simbolo che collega Cremona con Mantova e Venezia”. Un volano per cultura e turismo, fiore all’occhiello di una regione – ha ricordato il governatore Roberto Maroni - che “vanta 10 dei 50 siti Unesco d’Italia”. E attenzione: uno di questi è tutto cremonese, il “saper fare” liutario che dai tempi di Stradivari, Amati e Guarneri del Gesù porta la città del Torrazzo sulle labbra del mondo.
Ma ecco di nuovo i 450 anni del genio che è padre del melodramma. Un’evento di grande musica, certo, ma anche pittura e non solo. Tutte le celebrazioni inizieranno infatti con la mostra “Monteverdi e Caravaggio”, che dall’8 aprile al 23 luglio qualificherà ulteriormente il Museo del violino. “Sonar stromenti e figurar la musica” ricostruirà l’orchestra dell’Orfeo, la prima Opera della storia, attraverso gli originali strumenti monteverdiani, preludio alla “vera” messa in scena del 4 e 5 maggio (teatro “Ponchielli”): l’inaugurazione del Monteverdi festival risponderà alla bacchetta di Ottavio Dantone, che con la sua “Accademia bizantina” collaborerà per l’occasione con il coro “Costanzo Porta”.
La formazione fondata da Antonio Greco e oggi guidata con l’aiuto di Diego Maccagnola, gloria locale che “allarga” i confini della Cremona di oggi (per capirci: proprio nel Festival, si sono più volte esibiti con i “Tallis Scholars” di Peter Philips). Ma i 450 anni del “divin Claudio” vedranno in scena anche le marionette di Eugenio Monti Colla, sul palco del “Ponchielli” impegnate il 27 maggio a drammatizzare i monteverdiani “Ballo delle ingrate” e “Il combattimento di Tancredi e Clorinda” (esecuzione musicale a cura di Gianluca Capuano, ensemble “Il canto di Orfeo”). Concerti d’organo, laboratori teatrali, giornate di studi. Palazzi, chiese del centro.
E l’ormai tradizionale crociera musicale sul Po tra Cremona, Mantova e Venezia: Cremona respirerà al ritmo dei 31 eventi che battono nella kermesse. Imponendosi sì capitale della musica, ma anche leader della filiera zootecnica, patria del Torrone, “casello” nell’immensa autostrada d’acqua che è il Po. E città del Torrazzo, la torre campanaria in muratura più alta d'Italia. Capitale dove le note di ieri e oggi illuminano scorci del Grande fiume, mentre l’ombra della notte saluta i covoni di una terra madre contadina e operosa.
Qui trovi il programma completo del Festival Monteverdi 2017