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Quella della donna «è stata la rivoluzione della libertà femminile, una “rivoluzione silenziosa" - secondo la definizione dell’economista premio Nobel, Claudia Goldin - che ha avuto le donne come protagoniste e le ha condotte a sancire il diritto pieno alla parità», dice Sergio Mattarella. Ma oggi «occorre una profonda azione culturale per far acquisire a tutti l’autentico senso del rapporto tra donna e uomo». E «l’arte è un veicolo efficace e trainante di formazione e di trasmissione di valori della vita».
Si celebra la Giornata Internazionale della Donna al Quirinale, e il tema della cerimonia è proprio “Donne dell’arte”, condotta da Teresa Saponangelo, aperta dalla proiezione di un video di Rai Storia, “Lavinia e Artemisia, donne pittrici del ‘600”. A portare la loro testimonianza, la cantautrice Etta Scollo; Francesca Cappelletti, storica dell’arte e direttrice della Galleria Borghese, la scrittrice Helena Janeczek, l'artista di strada Chiara Capobianco, ed Eugenia Maria Roccella, Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità. Il Quirinale per l'occasione è stato addobbato con tralci di mimosa mentre, come di consueto, era tutta al femminile la Guardia d'Onore.
In prima fila, accanto al Capo dello Stato, accompagnato dalla figlia Laura, la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, la ministra delle Riforme Elisabetta Alberti Casellati, il presidente della Consulta Augusto Barbera e la premier, Giorgia Meloni, definita da Roccella, nel suo intervento, «prima donna nella storia della nazione ad aver sfondato questo tetto di cristallo». La ministra ha anche ricordato uno slogan risalente ai ricordi giovanili di donna impegnata per l'emancipazione: «Siamo donne, siam più della metà, ma non contiamo niente in questa umanità».
Tanto cammino è stato fatto, tante donne hanno contribuito a dare lustro alla condizione femminile: Mattarella cita Dorothy Day, la giornalista anarchica americana che si convertì al cattolicesimo e si dedicò agli ultimi, Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, Matilde Serao, Elsa Morante, Natalia Ginsburg. E nel campo dell'arte Alda Merini, Patrizia Cavalli, Carla Fracci, Eleonora Duse, Anna Magnani, Gae Aulenti, e, come detto, l’economista, Claudia Goldin. «Donne di grande tempra, di sicuro e immenso talento, personalità che hanno percorso un cammino di emancipazione». Una «nuova primavera, che dobbiamo accogliere con soddisfazione, senza però dimenticare i tanti ostacoli che tuttora esistono – di natura materiale e culturale – per il raggiungimento di una effettiva piena parità», rimarca il capo dello Stato. «E senza ignorare che sono ancora frequenti, inaccettabili molestie, pressioni illecite nel mondo del lavoro, discriminazioni». Nel salutare l’Assistente Alessandra Accardo, della Polizia di Stato, impegnata sul fronte del contrasto alle violenze sulle donne, Mattarella tocca il tema più drammatico della condizione femminile attuale: «Come non ricordarne le vittime nei tanti femminicidi, anche in giorni recenti? Come non ricordare, per tutte, Gulia Cecchettin, la cui tragedia ha coinvolto nell’orrore e nel dolore l’intera Italia?». Il capo dello Stato sottolinea, come già altre volte, il lavoro culturale che c'è da fare nel riportare sui binari giusti del rispetto e dell'amore reciproco il rapporto uomo-donna.
Ma «la rivoluzione silenziosa continua anche ai nostri giorni». Con tanti esempi positivi: «Sono sempre di più le donne scrittrici che scalano le classifiche di diffusione o che lavorano al vertice delle case editrici. nelle arti figurative, nell’architettura, nel design. Non esistono più settori, campi, recinti, barriere che limitino la creatività delle donne e la loro libera capacità di scelta». Anche nell'arte. Nel campo musicale «sono in via di superamento le categorie che assegnavano ruoli o strumenti a seconda del genere, con validissime direttrici di orchestra e musiciste che suonano strumenti un tempo abitualmente riservati ai loro colleghi di genere maschile». Così nel cinema e nel teatro «aumenta il numero di registe e di produttrici, che firmano film o spettacoli»
E tuttavia permangono «pregiudizi e stereotipi sulle donne che tuttora riaffiorano anche nelle società che si ritengono più avanzate». Retaggio di un'antica concezione che vedeva la la donna, nella pittura, nella musica, nella letteratura, «feconda e continua fonte di ispirazione», "Musa ispiratrice" «celebrata, dipinta, raccontata: ma, a ben vedere, lo è stata prevalentemente come oggetto, come motivo di ispirazione della creazione artistica. Ben di rado come soggetto operante. Ispiratrice di capolavori, ma raramente artefice e realizzatrice».
Una condizione, per cui è come se alla donna fossero inflitti «obblighi ulteriori e dovessero superare continuamente esami e giudizi più rigorosi. Che dovessero 3 sempre dimostrare il valore e la capacità espressiva alla base della loro arte». Il messaggio della commedia “Le donne al parlamento” di Aristofane porta però alla luce che le donne, «quando la situazione degenera sono spinte a sostituirsi agli uomini», sebbene «la storia dell’umanità, anche sul versante del’arte, si è invece sviluppata, per lungo tempo, in senso di prevalenza maschile».
La cerimonia ha vissuto anche un momento toccante che ha avuto per protagonista Etta Scollo, cantautrice catanese trapiantata a Berlino. Prima di esibirsi la conduttrice le ha rivolto qualche domanda. Nel raccontarsi Scollo, titubando un istante, si è poi scusata: «Sono molto emozionata, Presidente - ha detto, rivolgendosi a Mattarella, seduto in prima fila - é che io le voglio bene», ed è scattato l'applauso della platea, mentre il Presidente della Repubblica le ha sorriso portandosi la mano al petto.
Ma l’arte è anche «sfida, cambiamento, conoscenza. La nostra Costituzione - ricorda Mattarella - afferma con efficace semplicità che “l’arte e la scienza sono libere”, e non è un caso che i regimi autoritari guardino con sospetto gli artisti e vigilino su di loro con spasmodica attenzione, una cultura fittizia, di regime, che premia il servilismo dei cantori ufficiali e punisce e reprime gli artisti autentici». Una grazie infine va a Etta Scollo per aver dedicato alla battaglia delle donne iraniane, per la libertà e l’autodeterminazione, la sua canzone comclusiva. «Rivolgiamo un pensiero alle tante artiste imprigionate e sottoposte a vessazioni, a intollerabili divieti in tante parti del mondo».
Si dice d'accordo Giorgia Meloni, lascando il Quirinale, sulle considerazioni circa la libertà dell'arte. «Per questo non ho mai condiviso una certa censura che, per esempio, la sinistra italiana ha lungamente fatto di tutti quelli che non erano d'accordo con loro». La festa della donna «non è solo un giorno di celebrazione, ma un'occasione per riflettere sulle conquiste raggiunte e sugli obiettivi ancora da perseguire», aveva scritto la premier su X in mattinata rivendicando «i risultati - certificati dai dati Istat - ci rendono particolarmente fieri. Continueremo a lavorare con determinazione per garantire alle donne un futuro migliore in cui possano realizzare pienamente il loro potenziale, senza dover scegliere tra vita e lavoro».