«Ieri abbiamo sancito che se non si passa il federalismo, si va al voto. Berlusconi è d'accordo. Ma passa al 100%». Così Umberto Bossi, leader della Lega Nord, sintetizza l'esito della riunione di ieri notte con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Adesso aspettiamo la commissione», ma «non possiamo stare qui a far niente», aggiunge il Senatur lasciando intendere la volontà per il Carroccio l'obiettivo principale resta completare la riforma federale e che il voto anticipato è soltanto la
extrema ratio. «Ma chi vuole andare al voto? Non conviene al Paese», conclude il leader del Carroccio.
CHIAMPARINO: DA CALDEROLI NO A UNIFICATA«È stato un incontro molto cordiale, ma il ministro Calderoli ci ha spiegato che è indisponibile a far tornare il decreto sul federalismo municipale in Conferenza unificata per accogliere i nostri rilievi, perché ciò non è previsto dalla legge 42 sul federalismo»: questa la sintesi che il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, ha fatto sull' incontro riservato che si è tenuto presso l'ufficio del presidente della Commissione Bicamerale sul federalismo fiscale a cui ha partecipato il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli e il presidente Enrico La Loggia. «L'incontro - ha spiegato Chiamparino - è stato cordiale e a quanto mi sembra utile per far comprendere le problematiche dei Comuni. In ogni caso - ha concluso - credo che decideranno loro, visto che con le buone intensioni spesso si entra Papa e quasi sempre si esce cardinale».Il testo del decreto sul fisco municipale contiene al suo interno «molte incertezze su numerosi punti fondamentali per la vita dei Comuni italiani. Così non va assolutamente e preghiamo il governo di apportare gli opportuni chiarimenti quanto prima»: è il parere espresso oggi dal presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, secondo il quale «il provvedimento licenziato dal ministro Calderoli e ora all'attenzione della commissione Bicamerale per il federalismo è dominato da confusione e incertezza, che probabilmente sono il prodotto dell'attuale fase politica che governo e Parlamento stanno vivendo». Il leader dell'Anci si è detto disponibile all'apertura di una fase di interlocuzione in conferenza unificata; se però - ha avvertito - il governo dovesse dire «no» a questa ipotesi, preferendo il solo iter parlamentare, «allora l'Anci non si schiererebbe per evitare inaccettabili torsioni politiche».
TERZO POLO: O CAMBIA O VOTEREMO NO«Il testo sul federalismo così com'é non ci piace pertanto domani presenteremo un emendamento al disegno di legge di conversione del decreto 'milleproroghe' per prorogare i tempi della delega. Se ce lo bocceranno noi voteremo no". Così Mario Baldassarri, presidente della commissione Finanze del Senato.
Il Terzo polo chiede una proroga della delega sulla legge 42 sul federalismo fiscale. Il gruppo politico prende posizione con una nota dei componenti della commissione bicamerale sul federalismo fiscale, Mario Baldassarri, Gianluca Galletti e Linda Lanzillotta. "Non siamo contrari alla riforma - spiegano - ma questo testo così non va".
TASSA SOGGIORNO: MORATTI CONTRARIA A IMPOSTEIl sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha bocciato senza appello l'ipotesi di una tassa di soggiorno contemplata nell'ultima bozza del decreto per il federalismo municipale, assicurando che, se sarà confermata alla guida della città, non applicherà questa nuova imposta ai turisti. «Sono sostanzialmente e assolutamente contro nuove tasse e contro aumenti di tariffe», ha spiegato il sindaco a margine di un'iniziativa pubblica. «Milano è contro le tasse - ha ribadito - la mia Giunta, la mia amministrazione e io personalmente come sindaco non ho mai messo addizionali Irpef, ho tenuto ferme tutte le tariffe e quindi sono sostanzialmente e assolutamente contro nuove tasse e contro aumenti di tariffe». Del resto, ha ricordato il sindaco, anche la manovra comunale per il 2011 rispetta pienamente questa impostazione politica. «Anche il bilancio che abbiamo predisposto - ha concluso - conferma questa linea: nessuna tassa e nessun aumento di tariffe».
DA EMERSIONE «CASE FANTASMA» A COMUNI 1,5 MILIARDISarebbe intorno a 1,5 miliardi la cifra che potrebbe arrivare ai Comuni dalla collaborazione con la lotta all'emersione delle «case fantasma». Nel decreto del federalismo fiscale sul fisco municipale, infatti, è previsto che le sanzioni per chi non si mette in regola entro il 31 marzo le sanzioni quadruplichino e il 75% di quelle entrate vada ai sindaci. Si tratta, ha spiegato ieri il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli di fronte alla commissione Bilancio della Camera secondo quanto si legge nel bollettino parlamentare, di circa 2 milioni e 800 mila immobili. Calderoli, si legge, «annuncia un aumento degli importi delle relative sanzioni, al fine di renderle adeguate al costo della vita, prevedendo contestualmente che gli enti locali che si impegnano nell'attività di emersione possano ricevere il 75 per cento delle sanzioni stesse. Fa presente che, con l'applicazione di tali disposizioni, i comuni potrebbero godere complessivamente di circa 1,5 miliardi di euro di maggiori entrate».Compartecipazione comuni all'Irpef Calderoli: 400 mln a famiglie con figli - Compartecipazione dei Comuni all'Irpef al 2%. E' quanto prevede la bozza messa a punto dal ministro Calderoli e anche in base alla quale il relatore del decreto sul fisco comunale, Enrico La Loggia, formulerà il suo parere alla commissione bicamerale. «Ai Comuni - si legge all'articolo 1 del testo - è attribuita una compartecipazione al gettito dell'imposta sul reddito delle persone fisiche pari al 2 per cento».