venerdì 21 gennaio 2011
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Irricevibile. In una giornata lunghissima che potrebbe segnare i destini della legislatura, la proposta del governo sul federalismo fiscale viene bocciata su tutta la linea da Comuni e opposizioni. L’alleanza a tre tra Anci, Pd e terzo polo, con le Regioni alla finestra, spiazza l’esecutivo, anche se i segnali di malessere da parte degli enti locali erano noti da tempo. Se ne fa interprete, al termine dell’ufficio di presidenza dei sindaci, Sergio Chiamparino che a mezzogiorno attacca: «Il decreto sul fisco municipale lede l’autonomia dei Comuni». Sullo sfondo, c’è una vecchia rivendicazione avanzata dai primi cittadini: serve maggior coinvolgimento nelle decisioni di finanza pubblica e invece «la fortissima accelerazione» imposta dalla Lega «estromette le autonomie locali e i Comuni dal confronto». Di più: sugli interventi di coesione sociale, «il decreto è incostituzionale». A nulla serve l’incontro pomeridiano tra Chiamparino e il ministro Calderoli, affinché il testo in discussione torni in sede di Conferenza unificata. Nel frattempo, però, sul cammino del provvedimento è già esploso un altro caso politico. «Il testo sul federalismo così com’è non ci piace – annuncia Mario Baldassarri, presidente Fli della commissione Finanze del Senato –. Presenteremo un emendamento al disegno di legge di conversione del decreto milleproroghe per prorogare i tempi della delega. Se ce lo bocceranno, voteremo no». «Dobbiamo pensare agli interessi dei Comuni e dei cittadini – ribadisce in serata Italo Bocchino – Se sarà posto il ricatto, approvare il decreto o elezioni, pazienza: andremo alle elezioni».Dalle parole del capogruppo futurista alla Camera, emerge in modo netto l’alleanza tra sindaci e opposizione parlamentare. Tra le perplessità, c’è la ripartizione dei fondi e la compartecipazione al gettito dei tributi statali, col rischio condiviso dalle Regioni che l’apertura di più tavoli finisca per sottrarre risorse ai diversi livelli di governo. Se ne fa interprete il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, secondo cui «il testo del federalismo municipale originariamente era molto diverso da quello che è uscito in queste ore. Speriamo non accada la stessa cosa con il testo relativo al federalismo regionale».Insomma, l’incertezza regna sovrana e ad approfittarne è anche il Pd che, insieme al terzo polo, chiede in Commissione Bicamerale una proroga dei tempi della legge 42, per consentire un esame più approfondito dei decreti attuativi del federalismo fiscale e del testo relativo al fisco municipale. «Un decreto già negativo ci è stato proposto in modo totalmente stravolto. O loro rinviano e ci rimettiamo a discutere o votiamo contro» chiarisce in serata Pier Luigi Bersani. E mentre il Tesoro tenta una difficile mediazione con Chiamparino e i sindaci, i centristi e il partito democratico promettono per oggi un pacchetto di modifiche a favore dei primi cittadini. L’alleanza contro il federalismo del centrodestra sembra essere soltanto agli albori.
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