Una "task force" affidata dal governo a Raffaele Cantone e all'Authority anti-corruzione da lui presieduta. E una mobilitazione del Parlamento per avviare una sessione speciale delle Camere che ultimi l'impianto normativo necessario a scongiurare il diffondersi di episodi di malaffare nel Paese. L'ondata di indignazione per i nuovi episodi di corruzione all'Expo di Milano suscita la reazione della politica che corre ai ripari per arginare le conseguenze che potrebbero derivare da una nuova Tangentopoli. "Milano ce la farà, noi non molliamo" e l'Expo è "un'occasione troppo grossa per buttarla via", avverte Matteo Renzi. Il premier intende affrontare la situazione affiancando ai tecnici dell'Expo e al suo commissario un pool di avvocati, magistrati contabili, esperti di contratti. E sarà Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, ad occuparsi di "rimettere a posto le cose" a Milano. "Se ci sono problemi con la giustizia, si devono fermare i responsabili e non le grandi opere", avverte il Presidente del Consiglio intenzionato a blindare i lavori dell'Expo dai tentacoli dell'illegalità. "Mi sembra una buona idea quella di rafforzare ulteriormente il versante anticorruzione" sull' evento, concorda il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Il Gip Fabio Antezza ha iniziato oggi, lunedì, gli interrogatori di garanzia delle sette persone arrestate ieri con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata a pilotare e spartire appalti fra cui quelli per l'Expo 2015 in Lombardia e non solo. L'imprenditore Enrico Maltauro - finito in carcere la settimana scorsa con altre sei persone nell'ambito di un'inchiesta che ipotizza corruzione e turbativa d'asta anche relativamente agli appalti Expo - ha fatto "parziali ammissioni". Lo riferisce il suo legale, Paolo Grasso. Secondo gli inquirenti, in Lombardia esisterebbe una "cupola per condizionare gli appalti" con appoggi e protezioni politiche e la promessa di "avanzamenti di carriera" a dirigenti e pubblici ufficiali. Gli arresti - sei in carcere e uno ai domiciliari - hanno riguardato oltre a Maltauro - ripreso dagli investigatori intento a consegnare in una busta 15.000 euro ad un altro degli arrestati, il mediatore Sergio Cattozzo - Angelo Paris, manager impegnato in Expo di "Infrastrutture lombarde", l'ex dg della stessa società Antonio Rognoni (già arrestato a marzo per un'altra inchiesta, ai domiciliari), Primo Greganti, ex dirigente Pci e Pds, già condannato per finanziamento illecito al proprio partito in 'Mani pulitè; Gianstefano Frigerio, ex-segretario della Dc in Lombardia e condannato in via definitiva per corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti; Luigi Grillo, già parlamentare di Forza Italia e in precedenza sottosegretario al Bilancio nei primi anni '90. Angelo Paris, il manager di Expo arrestato giovedì scorso, durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Fabio Antezza, ha ammesso di aver fatto "errori", e cioè di aver fornito informazioni riservate, ma ha negato di avere fatto parte della "cupola" e quindi ha respinto l'accusa di associazione per delinquere. L'ex funzionario del Pci Primo Greganti e l'ex parlamentare della Dc Gianstefano Frigerio, anche loro arrestati nell'inchiesta milanese di Expo, hanno negato i fatti che vengono loro contestati nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Milano Fabio Antezza. Domani, martedì, Renzi sarà a Milano insieme ai ministri Maurizio Martina (che ha la delega all'Expo) e Maurizio Lupi (Infrastrutture) per incontrare il commissario Giuseppe Sala il sindaco Giuliano Pisapia e il presidente della Regione Roberto Maroni. Tra i punti all'ordine del giorno la sostituzione del direttore generale dei lavori dopo l'arresto di Angelo Paris. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera dovrebbe essere Marco Rettighieri, direttore operativo di Italferr (Rfi) e sino a due mesi fa impegnato sul delicatissimo fronte dei cantieri della Tav Torino-Lione. "L'Expo è una grandissima occasione per l'Italia, in molti mi dicono che dovrei starci lontano e i sondaggisti sostengono che non mi conviene entrare in quella dinamica e mischiare la mia immagine con quei problemi. Ma l'Expo è una grandissima opportunità e preferisco perdere qualche punto nei sondaggi che un'occasione che vuol dire investimenti e posti di lavoro. Abbiamo il diritto di provarci", h adetto il premier Renzi, uscendo da palazzo Chigi. Ma a Milano ci sarà anche Beppe Grillo. Dopo il vertice previsto fra le istituzioni locali e il premier Matteo Renzi, il leader M5S terrà alle 16 una conferenza stampa insieme ai portavoce "per denunciare gli scandali della grande abbuffata Expo 2015". Lo annuncia una nota. "Expo - si legge fra l'altro - è corruzione, infiltrazioni criminali, illegalità e tangenti. Expo va fermata subito". Rinviato dunque alla prossima settimana il Restitution Day dei consiglieri della Lombardia previsto per domani. Intanto Giuseppe Sala oggi ha riferito in commissione Antimafia alla Camera sullo stato dell'arte, nell'ambito di un'audizione prevista da tempo. Sala ha negato di conoscere Primo Greganti, l'ex dirigente di Pci e Pds arrestato assieme ad altri sei nell'ambito di un'indagine sugli appalti in Lombardia. "Mai visto né sentito in vita mia", ha detto Sala ai cronisti. "La società Expo spa andrà avanti con i cantieri e anche la magistratura milanese ha detto di proseguire i lavori" ha riferito l'ad di Expo. "Ad oggi non abbiamo avuto alcuna indicazione della magistratura di fermare o rivedere le gare assegnate. La magistratura ci ha detto di andare avanti coi cantieri", ha spiegato. "Individueremo una nuova struttura di governo dei cantieri", ha spiegato. Sala ha precisato di aver "chiesto più volte di aumentare i controlli (...) Il punto è capire dove sono le criticità. Fin dall'inizio abbiamo chiesto trasparenza". Relativamente all'applicazione in alcuni casi di procedure meno stringenti nell'assegnazione dei contratti, l'ad ha spiegato che "da parte della prefettura si è ritenuto che alcuni appalti per servizi e forniture non rientrassero nelle attività sensibili" e quindi ha dato l'ok alla semplificazione delle procedure, "per concentrare i controlli su ambiti più sensibili". Sala a margine dell'audizione ha ribadito di non avere mai parlato con personaggi che sono "tristemente noti nel paesaggio lombardo, sarebbe stata quanto meno un'ingenuità", sottolineando di non aver "mai assunto persone raccomandate politicamente".
Il mondo politico è preoccupato della deriva antipolitica. Ieri, in occasione di una cerimonia per ricordare Falcone e Borsellino, le più alte cariche dello Stato si sono unite in un comune appello per riportare nell'alveo del controllo normativo lo sforzo di arginare gli episodi di corruzione che continuano a infestare le grandi opere. Su corruzione e legalità "penso sia arrivato il momento di dedicare una sessione speciale del Parlamento", dice il presidente dell' Antimafia, Rosy Bindi. Ancora una volta, afferma, "quando la magistratura indaga scoperchia la pentola di un Paese ricattato dalla corruzione", ma la via giudiziaria non basta, "è ora che la politica "impari a sanzionare se stessa". Il metodo dovrebbe essere quello di riavviare una stagione di riforme. E il presidente del Senato, Pietro Grasso, propone di ripartire da quella che è stata anche la sua proposta che ha già portato allo stralcio delle norme sul 416 ter. Proprio per evitare una nuova Tangentopoli si potrebbe ricominciare con quel ddl che, nel suo primo giorno da senatore, aveva presentato per colpire assieme al voto di scambio anche altre fattispecie di corruzione, il riciclaggio, l'auto-riciclaggio e il falso in bilancio. Il Presidente della Camera, Laura Boldrini, non ha dubbi: "È una grande occasione e si deve buttare fuori quello che di sporco c'è, ma la corruzione non è un fatto endemico. Si può e si deve distinguere. Sull'Expo non ci debbono essere ombre di alcun tipo". Il ministro Stefania Giannini invita anche lei a distinguere tra malaffare e qualità del progetto: "L'Expo è un grande progetto, e lo era fin dall'inizio. Lo valorizzeremo". Può diventare anche "un vantaggio" il fatto di aver trovato le "mele marce", osserva il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, perché così si può tornare al "progetto originario" abbandonando quello "faraonico". E anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia sottolinea come "l'immagine internazionale di Milano e dell'Expo non sia compromessa perché non è quella delle infrastrutture, ma quella dei grandi temi del futuro del pianeta". Ma tutti, nei partiti, tendono a prendere le distanze dai coinvolti. "Greganti e Frigerio sono signori che si facevano gli affari propri", precisa il consigliere politico di FI, Giovanni Toti. Il M5s, invece, prende a tal punto le distanze che si dice pronto a chiedere anche la chiusura dei lavori.