giovedì 17 ottobre 2024
Il quesito che più frequentemente viene proposto all'Accademia della Crusca ha una risposta che per una volta mette d'accordo tutti...
L'Etna durante un'eruzione

L'Etna durante un'eruzione - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

Sono molti i lettori appassionati della nostra bella lingua che pongono quesiti sul suo corretto uso all’Accademia della Crusca, l’istituzione fiorentina che ha proprio questo compito di controllo sull’italiano. Una delle domande più frequenti riguarda l’Etna: è un nome maschile o femminile? Il compito di rispondere, questa volta, è stato affidato al linguista Enzo Caffarelli e subito arriva la sorpresa: entrambi. Quando c’è di mezzo l’Etna maschile e femminile sono equivalenti e – una volta tanto – si può scegliere in base al proprio gusto personale. Di sicuro, per i siciliani – e i catanesi in particolare – il dubbio non esiste: per loro, spiega il linguista, il vulcano era e resta “a Muntagna” e rabbrividiscono quando viene usato il maschile. In più, finisce in -a, come la quasi totalità dei nomi femminili. Al contrario, per i non siciliani, l’Etna è senza dubbio un maschio, un vulcano, tra l’altro il più alto ancora attivo della placca euroasiatica. Per una volta – caso raro – la risposta dell’Accademia della Crusca non dà torto a nessuno!

Il monte moltiplicato per tre

L’origine del nome Etna è molto dibattuta e altrettanto interessante: il termine deriva da una parola che in greco significa fiammeggiante. Ma per gli arabi – che conquistarono la Sicilia alla fine del Nono secolo – era gebel, cioè monte. Più tardi divenne Mongibello dall’unione di mons (monte) e di gebel (che, abbiamo visto, vuol dire sempre “monte”). Naturalmente maschile. Due volte maschile, visto che il suo nome significa “monte monte”, e addirittura tre perché finì per venir indicato come “monte Mongibello”.

Il contenuto che avete letto è stato pubblicato sull'inserto per bambini di Avvenire del giovedì, Popotus.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: