Alcune centinaia di persone stanno partecipando sulla scalinata del Campidoglio, a Roma, a una fiaccolata per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica italiana e internazionale sugli oltre 200 immigrati, in gran parte eritrei, sequestrati da più di due mesi nel Sinai egiziano. "Per la liberazione dei profughi sequestrati nel Sinai" è scritto su uno striscione che apre la manifestazione, promossa, tra gli altri, dal Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), dall'Agenzia Habeshia, dall'Associazione A Buon Diritto e dal Centro Astalli.I promotori sono stati ricevuti stamani al Ministero degli Esteri dai tre sottosegretari della Farnesina. "Abbiamo chiesto di individuare con precisione i luoghi dove gli immigrati vengono tenuti in ostaggio dalle bande di predoni - ha detto il presidente di A Buon Diritto Luigi Manconi - Vista la situazione caotica che c'è in questo momento in Egitto possiamo solo cercare di evitare che le condizioni dei sequestrati peggiorino ancora".A tenere i contatti con i profughi via telefono è il direttore dell'Agenzia Habeshia, don Mussie Zerai, un sacerdote di nazionalità eritrea. I sequestratori infatti permettono ai prigionieri di effettuare chiamate con il cellulare per convincere i familiari a pagare un riscatto di circa 7 mila euro per ognuno di loro. Don Zerai ha riferito ancora una volta di violenze di ogni tipo che gli immigrati dicono di subire, in particolare le 15 donne e ragazze.