La generosità di una madre e la sensibilità del figlio. La confidenza a un sacerdote. E un giornalista che ci mette del suo. Ecco una storia di primavera, la storia di un gesto che diffonde nell’aria il profumo della vita. Lei abita nel Mantovano. Inizia a sentire il peso degli anni, decide di fare testamento. E le sue ultime volontà decidono ben più che di pochi euro. Ecco allora un legato, e cioè una disposizione a vantaggio di un soggetto diverso dagli eredi: la signora lo istituisce a favore di un ente benefico, ma non specifica quale. Indica solo la somma: 100mila euro. Il figlio lo sa. E ben avrebbe potuto comportarsi come tanti: rappresentare la situazione a un legale, trovar subito le argomentazioni da far valere alla morte della madre per paralizzare questa sua disposizione. E tenersi quella cifra, come erede. Ma l’uomo, per il momento almeno, non dà lavoro all’avvocato. Al contrario, decide di parlarne con un sacerdote del territorio. Ne scaturisce un altro comportamento virtuoso: il sacerdote conosce bene realtà meritevoli attive in zona, con le carte perfettamente in regola per diventare destinatarie del legato. Eppure, proprio in quel periodo lo aveva colpito il racconto di un amico: un giornalista, che per necessità di servizio conosce bene uno tra i più noti Centri di aiuto alla vita. Quello che opera nella clinica Mangiagalli di Milano: il presidio di maggior riferimento per le gestanti meneghine. Quello che accoglie mamme psicologicamente consumate da una maternità difficile, offrendo loro una concreta alternativa all’aborto, anche grazie agli sforzi di unan donna come Paola Bonzi che da oltre trent’anni si batte con coraggio per difendere il diritto delle mamme a tenersi i loro bambini. Ma l’impegno contro l’aborto costa tanti sacrifici e tanto impegno economico. Così non deve stupire che negli ultimi tempi il Cav Mangiagalli fatichi sempre più a far quadrare i conti, dopo il dimezzamento dei fondi regionali. E nonostante il fatto che in 30 anni di 'vita' abbia fatto nascere 16mila bambini, e ora stia seguendo 2.600 donne. Ebbene: il giornalista parla con il prete, il prete riferisce al figlio della generosa donna, il figlio della generosa donna rende partecipe la madre della proposta. E ora sì che chiede un parere giuridico, l’uomo. Ma non per paralizzare la futura disposizione testamentaria; al contrario, per darle attuazione subito con tutte le formalità del caso, ed eliminare così il rischio che in futuro qualcuno possa farla dichiarare nulla. Genitore e figlio sono un cuore solo: senza fondi, il Centro di aiuto alla vita non può più accogliere nuove gestanti; e quelle che troveranno chiusa la sua porta, molto probabilmente decideranno di porre fine all’esistenza del piccolo che portano in grembo. E poi c’è anche una nota di colore: Paola Bonzi, la presidente della struttura, ha origini mantovane. Una ragione in più: la donazione non può aspettare, pensano. L’epilogo si consuma davanti a un notaio: un assegno di 100mila euro viene intestato al Centro di aiuto alla vita Mangiagalli. Ed è soffice rugiada: irrorerà i nuovi germogli, non permetterà che l’arsura li uccida. E sarà presto profumo di primavera.