Il colpo alla Lega era l’obiettivo per far crollare l’impalcatura, ma è il terzo polo l’oggetto dei desideri di un Pd che, con la possibile conquista di Milano, è certo di «poter parlare agli elettori moderati». Il vicesegretario Enrico Letta guarda a Fini, Casini e Rutelli non solo in funzione dei ballottaggi, ma in vista delle politiche, oggi «possibili», con una legge elettorale che non concede spazi a battitori liberi e con un risultato davanti «che ci dice che il bipolarismo non è morto».
Perché avete gli occhi puntati sulla Lega?Penso che la Lega sarà la mina che fa esplodere tutto, perché questo risultato è quello che boccia la maggioranza di governo al Nord. Il Nord ha virato, la maggiornaza ha il 41 a Milano e il 30 a Bologna e Torino, il centrosinistra il 46 a Milano il 55 a Torino e il 50 a Bologna. Il Nord ha rigettato Berlusconi e la Lega e aperto a noi e quindi la Lega che viene sconfitta è la notizia più importante perché porterà un terremoto nella maggioranza.
Ma Bossi vi interessa come alleato?Penso che questo risultato possa portare a un voto anticipato o a un cambio di governo. Berlusconi ha voluto politicizzare le amministrative. Ma la sua politica è stata bocciata, gli elettori milanesi hanno penalizzato la sua volgarìità. Gli elettori hanno chiesto sobrietà e paradossalmente l’hanno trovata in Pisapia più che in Moratti, segno che contano i comportamenti.
Pisapia e De Magistris rappresentano la vittoria della sinistra sul Pd?Sono due storie molto diverse, non sono sovrapponibili. C’è un caso Napoli, legato al fallimento delle primarie, con il nostro candidato che ha avuto pochissimi giorni per farsi conoscere, mentre De Magistris ha avuto visibilità maggiore. Altro caso è quello di Milano, dove attorno a Pisapia, e al suo modo moderato di porre le questioni di Milano, il centrosinistra si è ritrovato nella sua interezza.
Ma vince o no la sinistra?No, non c’è uno smottamento a sinistra come qualcuno dice e lo dimostrano i dati delle liste, perché il Pd è più dei due terzi della coalizione nelle grandi città del Nord e gli altri partiti della coalizione non superano il 5 per cento.
Però a Napoli dovrete votare per De Magistris...La ricomposizione non è semoplice, ci lavoreremo, ma non è semplice.
E pensa che il terzo polo possa convergere?Il terzo polo deve riflettere sul suo ruolo futuro, che non può prescindere da un’alleanza che superi il berlusconismo, per una fase costituente del Paese, e dai dati, che non vedono in tutte le città una fine del bipolarismo. Capisco come in questa fase il terzo polo abbia voluto andare da solo per marcare la sua identità, Ma se si andrà al voto con questa legge elettorale, spazi per terze posizioni non ce ne saranno e quindi anche a partire da questo risultato, non dobbiamo pensare di essere autosufficienti, dobbiamo costruire insieme un’ipotesi alternativa.
Ma vi hanno sempre risposto di no, che siete alternativi.Penso che ora dobbiamo stare insieme, poi vedremo nell’evoluzione: con Berlusconi ancora presente è difficile fare progetti troppo lunghi.
Ha vinto Bersani su Veltroni?Non è mai stata messa così la cosa. Tutti abbiamo fatto campagna elettorale con grande impegno. Siamo tutti uniti attorno a Bersani, la cui linea è stata premiata.Roberta d’Angelo