mercoledì 22 ottobre 2014
​​È accaduto a Fiumicino. La piccola, 3 anni, appena rientrata dall'Uganda dove non c'è nessuna epidemia , è rimasta a casa una settimana per le proteste dei genitori. L'Unicef: no ad episodi di razzismo.
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​La psicosi Ebola miete le prime vittime anche in Italia. A farne le spese una bambina di tre anni che frequenta un scuola materna statale di Fiumicino: costretta a stare a casa 7 giorni non perchè stava male ma per la psicosi scoppiata tra le mamme dei suoi compagni. Contro la piccola, di ritorno dall'Uganda con la famiglia, si sono scagliate alcune mamme dei suoi compagni di asilo: dopo aver saputo del viaggio in Africa hanno parlato con le maestre, mostrandosi contrarie al rientro della piccola in classe. "Se fate entrare lei non facciamo entrare i nostri figli" avrebbero detto le mamme. Ma non solo. Secondo le mamme in questione i 21 giorni di incubazione della malattia avrebbero dovuto essere il parametro per calcolare quando la piccola avrebbe potuto rientrare a scuola. Cosa avvenuta invece questa settimana grazie alla mediazione della preside. Nel frattempo i genitori della bambina hanno deciso che, per non esporre la figlia a critiche e a ghettizzazioni, era meglio farla rimanere a casa una settimana. Così è stato. Ma la direttrice dell'istituto ha cercato di calmare subito gli animi: "L'Uganda - ho spiegato - non è tra i paesi a rischio. Dunque nessun pericolo". Il papà della bambina ha raccontato la storia al quotidiano on line In terris: "Abbiamo passato giorni di angoscia - racconta -. Eppure non c'era alcun motivo reale per poter solo immaginare qualche rischio; l'unica spiegazione è che venivamo dall'Africa. Ma l'Uganda non è un paese contagiato e comunque ho fatto fare alle mie figlie tutte le analisi necessarie a stabilire la loro totale buona salute. Non solo, ma mia figlia non ha avuto alcun sintomo particolare, né una febbre né un raffreddore. Ciò che è accaduto è pura follia". Di un fatto intollerabile ha parlato l'Unicef Italia invitando le istituzioni a non fare in modo che questo virus che, solo in Africa sta producendo migliaia di morti oltre che 3700 bimbi orfani, porti pregiudizi e false convinzioni innescando episodi di razzismo. Appello rilanciato anche dal sindaco di Fiumicino. "Come rappresentante delle istituzioni - dice Esterino Montino - sento il dovere di lanciare un appello per impedire che timori o paure ingiustificate, soprattutto su temi che riguardano la salute pubblica, sfocino in ostracismi e discriminazioni". Il sindaco ha spiegato che la scuola è sempre rimasta aperta visto che le verifiche mediche e relative anche ai protocolli internazionali avevano dato esito negativo e che non c'è stato nessun impedimento da parte della direzione dell'istituto al rientro della piccola in classe.
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