È atterrato martedì mattina a Pratica
di Mare (Roma) il Boeing KC-767 del 14° Stormo dell'Aeronautica
Militare con a bordo il medico italiano di Emergency risultato
positivo al virus Ebola in Sierra Leone.Il paziente ha viaggiato all'interno di una speciale barella
isolata avio-trasportabile ed è stato assistito durante il volo
di trasferimento, della durata di circa 6 ore e 30 minuti, da un
team medico dell'Aeronautica Militare specializzato in
bio-contenimento composto da circa 25 persone tra medici,
specialisti e personale di bordo.
Ad attendere il medico contagiato a bordo pista un'ambulanza
dell'Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, equipaggiata anch'essa
in biocontenimento. Quindi il trasbordo, sempre in stato di
completo isolamento, dalla barella aviotrasportabile a quella
dell'ambulanza, diretta allo Spallanzani.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, lunedì ha rassicurato la famiglia: "Il
nostro medico sta bene, non ha avuto febbre o altri sintomi
durante la notte, ha fatto colazione e continua a
bere in maniera autonoma, esprimo la mia vicinanza a lui e alla
famiglia e assicuro che il governo italiano tutto è al fianco
del nostro connazionale".
Il medico, informa Emergency, lavora
presso il Centro per malati di Ebola di Lakka in Sierra Leone.
L'uomo è in buone condizioni generali. Tutto lo staff
impiegato nel Centro di cura per i malati di Ebola di
Emergency, informa la ong, segue una formazione specifica sui
protocolli di protezione per evitare il contagio e la
diffusione del virus. Tuttavia, nessun intervento sanitario in
un'epidemia così grave può essere considerato completamente
privo di rischi. In Sierra Leone la situazione è drammatica:
l'epidemia continua a espandersi con oltre 100 nuovi casi al
giorno. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della
Sanità, sono oltre
5.000 i malati di Ebola nel Paese, ma i
dati reali potrebbero essere molto più alti. Il medico italiano trovato positivo per il virus Ebola è, almeno secondo quanto comunicato ufficialmente dai singoli stati, il paziente numero 21 che verrà trattato fuori dall'Africa Occidentale. Nella maggior parte deicasi si tratta di operatori rimpatriati dopo essersi ammalati prestando servizio nei paesi più colpiti, mentre pochissimi sono i contagi avvenuti su suolo europeo o statunitense. Negli Usa sono 9 i pazienti trattati per il virus. In Spagna sono invece morti entrambi i missionari rimpatriati, il primo dei quali è stato anche il primo caso di Ebola fuori dai confini africani, mentre Teresa Romero, l'infermiera che si è infettata dopo aver curato uno dei due, è stata dichiarata guarita.