"Non credo di essere un eroe, ma so per certo di non essere un untore: sono solo un soldato che si è ferito nella lotta contro un nemico spietato. Una delle cose più belle che ho letto in questi giorni è un articolo online che parla di solidarietà, di rispetto, di dignità. E non posso non pensare ai miei colleghi di Emergency che, anche in questi giorni, sono in Sierra Leone cercando di fare sempre di più e sempre meglio per curare i malati di Ebola". Lo dice in un messaggio il medico italiano di Emergency ricoverato all'ospedale Spallanzani di Roma, dallo scorso 25 novembre, e che ora sta decisamente meglio.
"L'ultima cosa che ricordo della Sierra Leone - racconta - è
il viaggio fino all'aeroporto assieme ai colleghi e la partenza
sull'aereo dell'Aeronautica Militare. Poi l'arrivo in Italia
all'interno di un contenitore ermetico e il trasporto
all'Istituto Spallanzani. Ricordo i primi due o tre giorni
trascorsi in isolamento, i farmaci sperimentali che ho
iniziato, l'estremo malessere, la nausea, il vomito,
l'irrequietezza; pensavo in quei momenti ai pazienti che avevo
contribuito a curare, stavo provando le stesse cose che loro
avevano provato e cercavo di capire qualcosa di più di ciò
che mi stava succedendo, cercavo di mantenere la mente lucida e
distaccata per un'analisi "scientifica". Ma il malessere era
troppo e troppo difficile restare concentrato".
"Poi - prosegue il medico - la trasfusione di plasma, cui credo sia seguita una reazione trasfusionale e la luce della coscienza che grossomodo si
spegne. Mi hanno raccontato di essere stato in rianimazione, di
essere stato intubato e sedato; so di avere firmato una serie
di consensi per i protocolli sperimentali poi, dopo questo, non
ho memoria di nulla, mi mancano due settimane, quelle del mio
aggravamento, durante le quali mi sono in qualche modo battuto
contro il mio nemico; e pare che sia riuscito a batterlo. Da
qualche giorno sto meglio, lentamente ho ripreso in mano il
controllo del mio corpo, riesco a muovermi in autonomia; da
qualche giorno ho iniziato a leggere qualcosa di ciò che è
stato pubblicato a proposito della mia vicenda; in larga misura
parole di conforto, di sostegno e augurali ma anche parole che
possono essere giustificate solo dall'ignoranza".
Infine, il medico avvisa e sottolinea: "Ebola è un mostro terribile e
temibile ma sono convinto che la sconfitta di questo mostro
dipenda in larga misura dal fronte che lo ostacola. Spero che
questo fronte possa allargarsi e opporsi a Ebola in modo sempre
più efficace".