Il membro del centro subacqueo dei Carabinieri di Genova Dulio Lenzini - Paolo Viana
La notte è trascorsa cercando di capire da dove entra l’acqua nella centrale di Suviana, danneggiata dall’esplosione di martedì. Duilio Lenzini, membro del centro subacqueo dei Carabinieri di Genova, gli stessi che hanno lavorato alla Concordia, ha raccontato così ai giornalisti le ispezioni.
State ispezionando l’area allagata dove potrebbero esserci altre vittime?
Si lavora al nono piano, ci immergiamo dai cinque ai dieci metri. Scendono due operatori per volta.
Con quali rischi per il sommozzatore?
Si usano tute stagne e un sistema che garantisce di non entrare in contatto con nessun inquinante. Siamo entrati solo dopo aver verificato il pericolo e dopo aver rimosso lo strato superficiale di acque, il più inquinato. Gli idrocarburi sono stati rimossi.
Temevate che l’acqua del lago potesse entrare improvvisamente e metter a repentaglio i subacquei. Non c è più questo rischio?
Con un drone subacqueo abbiamo visionato le grate di presa d’acqua del lago. L’indiltrazione procede lentamente e l’acqua arriva da una perdita alle condotte forzate. Ovviamente, l’ ispezione resta difficile perché si opera tra le macerie dell’esplosione.