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L’annuncio è arrivato ieri: l’Oms – che nei giorni scorsi aveva sottolineato come il 98% delle dosi disponibili di vaccino antiCovid si stiano concentrando nelle mani dei Paesi più ricchi – ha siglato un primo accordo con Pfizer-BionTech che ha l’obiettivo di fornire 40 milioni di dosi del loro prodotto ai Paesi più svantaggiati, attraverso il sistema Covax. Le dosi in questione saranno fornite a prezzo di costo e saranno consegnate nel corso del primo trimestre, ha dichiarato Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer. Il sistema Covax, creato per cercare di permettere una distribuzione equa dei vaccini antiCovid, ha già esercitato una opzione per 100 milioni di dosi di vaccino Astrazeneca-Oxford prodotte dall’Istituto Serum in India.
La maggior parte delle dosi di quest’altro vaccino saranno consegnate nel corso del primo trimestre di quest’anno, dopo l’autorizzazione da parte dell’Ema. L’arrivo dei vaccini «è una luce alla fine del tunnel», ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, specificando che l’arma per mettere fine al virus non sono i vaccini «ma le vaccinazioni». Un nuovo appello all’equità nella distribuzione è arrivato ieri anche dalla Pontificia Accademia per la Vita: «Di fronte ai gravissimi problemi che si stanno presentando in ordine alla produzione ed alla distribuzione del vaccino ribadiamo con forza l’urgenza di individuare opportuni sistemi per la trasparenza e la collaborazione. C’è troppo antagonismo e competizione e il rischio di forti ingiustizie».