giovedì 30 gennaio 2020
Per tre volte aveva ritirato le querele contro il marito ed era tornata da lui, che però era convinto che lei lo tradisse.
La violenza contro le donne chiede risposte più decise

La violenza contro le donne chiede risposte più decise - (Archivio)

COMMENTA E CONDIVIDI

Picchiata fino alla morte. Per tre giorni, per una incontenibile gelosia, violenta e irrazionale, come l’idea del tradimento che come un demone offuscava la sua mente. Vincenzo Frasillo, 53 anni, di Mazara del Vallo, senza un lavoro stabile, con precedenti penali, da mercoledì sera è in carcere, in stato di fermo indiziato per l’omicidio della moglie, Rosalia Garofalo, 52 anni, anche lei disoccupata.

L’indagine è condotta dalla Squadra mobile di Trapani e dagli agenti del commissariato, coordinati dal pm della Procura di Marsala, Marina Filingeri. Una brutta storia in cui la trama è intessuta di morbosità, disagio, cieca violenza. Non era la prima volta che la donna veniva picchiata. Aveva già denunciato il compagno violento, come ha confermato il sindaco di Mazara Salvatore Quinci, sgomento per l’accaduto.

La donna era seguita dai servizi sociali del Comune. Per un periodo, Rosalia Garofalo, era stata pure "protetta" in una comunità per donne in situazione di disagio e con un passato di abusi, la "Magnolia". Poi, come spesso capita nelle relazioni "malate", aveva deciso di tornare sui propri passi, ritirando le querele. Così per tre volte. Quindi la decisione di tornare a casa, in una villetta in campagna, a "Tonnarella", una zona isolata di Mazara del Vallo.

È stato il marito a chiamare per telefono il 113, martedì sera, annunciando laconicamente che sua moglie era morta. La chiamata era passata al servizio sanitario d’emergenza 118. Agli operatori intervenuti in casa, ha raccontato che la moglie aveva avuto un malore. Una spiegazione che non ha convinto i sanitari, i quali senza esitazione, hanno chiesto l’intervento della Polizia.

Da questo momento la vicenda assume i contorni della cronaca nera. Dal primo esame compiuto dal medico legale sul corpo che era riverso sul letto, la donna è stata picchiata con inusitata violenza e lasciata morire.

Una fine atroce. Lasciano spazio a molte riflessioni anche le parole del dirigente della Squadra mobile di Trapani, Fabrizio Mustaro, il quale, commentando l’omicidio, ha confessato di non avere mai visto un delitto così efferato. Interrogato in commissariato, il marito ha iniziato a parlare, delirando, dei presunti continui tradimenti della moglie nei loro trent’anni di matrimonio. L’esame autoptico è stato disposto dal magistrato per domani.

«Siamo davvero turbati da quanto è avvenuto – ha detto il sindaco Salvatore Quinci – soprattutto le nostre assistenti sociali che avevano seguito il caso. Possiamo immaginare quali sentimenti di paura abbiano portato la signora Garofalo a ritornare a casa con suo marito, non vogliamo giudicarla. La lezione che abbiamo dolorosamente imparato è che quello che facciamo non è mai abbastanza e che il nostro impegno si deve moltiplicare con tutti gli sforzi possibili. Come Comune ci faremo carico di sostenere ancora, nei modi possibili, questa famiglia".

Sui social è intervenuto anche don Francesco Fiorino che nella vicina Marsala si è occupato di sostenere alcune donne vittime di violenza. «Purtroppo gli sportelli non bastano, è necessario fare rete perché queste donne sono fragili, confuse. Bisogna aprire una seria e approfondita riflessione su come essere efficaci nel sostegno e nell’accompagnamento di questi casi».


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: