La fiaccolata in ricordo di Willy Monteiro Duarte - Ansa
La procura di Velletri, sulla base degli accertamenti autoptici, ha cambiato capo imputazione per i quattro arrestati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte: da omicidio preterintenzionale, l’accusa si è trasformata in omicidio volontario aggravato dai futili motivi. A determinare il cambio, più grave, di ipotesi di reato sarebbe stata la relazione che il medico legale Saverio Potenza ha consegnato al magistrato. Nella consulenza autoptica, infatti, si parla chiaramente di «colpi assestati e non casuali». Willy, insomma, sarebbe deceduto per i violentissimi colpi inferti dagli aggressori, i quattro giovani di Artena esperti di tecniche di combattimento, che avrebbero agito con la consapevolezza di provocare lesioni mortali. Intanto la comunità prova a reagire, tra tensioni e difficoltà. La presenza ai funerali di oggi del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, può essere letta come un segnale di vicinanza a un territorio ferito da un fatto drammatico. A celebrare le esequie oggi alle 10 al campo sportivo di Paliano, sarà monsignor Mauro Parmeggiani, vescovo di Palestrina e Tivoli.
È passata una settimana da quella tragica notte e da quel giorno tutto sembra essere cambiato. Tante persone in questi giorni sono scese in strada per ricordare Willy: si tratta di un’ondata collettiva che pare non fermarsi più. È contagiosa e coinvolge la gente senza biso- gno di particolari inviti. Ci sono associazioni, movimenti cattolici e non, semplici cittadini, insegnanti, ammini-stratori locali e soprattutto giovani. A Colleferro sono state organizzate preghiere, omaggi di fiori, sono state lasciate candele nel luogo dove è morto Willy, ma anche striscioni in sua memoria. C’è voglia di stare insieme e mettersi in ascolto l’uno dell’altro.
La città è prostrata e si interroga sulle ragioni profonde dell’accaduto. Primi fra tutti sono i ragazzi che hanno voglia di ritrovarsi per condividere e capire. Così è arrivata la richiesta da parte loro di dedicare una serata a riflettere sull’accaduto. Insegnanti, genitori, associazioni e sacerdoti si sono messi a disposizione per aiutarli. Un invito aperto a tutti senza alcuna distinzione. Simone Iuliano, insegnante di religione di 31 anni e portavoce dell’iniziativa programmata proprio ieri sera a Colleferro, ha spiegato che «l’idea è nata per vivere un momento di comunione spontanea anche semplicemente nel silenzio di guardarsi negli occhi». Non bisogna lasciare che tutto sia dimenticato. «La più grande sconfitta sarebbe quella di far cadere questo grave fatto di cronaca nella normalità. Dobbiamo tirar fuori la certezza della speranza e non della rassegnazione » ha sottolineato l’insegnante. Dello stesso tenore le parole della diciannovenne Beatrice Gentili di Artena, iscritta al primo anno di Lettere classiche all’università La Sapienza. «Inizialmente ho provato rabbia, delusione e paura anche perché conoscevo di vista quelli che sono stati gli aggressori di Willy. Si vedevano in giro per il paese», racconta.
Appena passata la rabbia inziale il sentimento che ha prevalso è stato quello della frustrazione «perché non siamo stati in grado come popolazione di Artena di offrire un’alternativa sana a questi giovani. Purtroppo il tasso di ignoranza qui è molto alto. Non c’è un cinema, una scuola superiore, una libreria e tutto questo contribuisce ad aumentare questi casi di violenza, non solo fisica». Giovedì pomeriggio sono stati esposti degli striscioni con la scritta 'Artena sta con Willy' da un’associazione di commercianti. In serata c’è stato l’incontro del gruppo giovani della parrocchia ed è stato indetto un giorno di lutto cittadino per oggi. Partendo da qui «sentiamo il bisogno di pensare ad un cambiamento che si diffonda a tutti», ha concluso Beatrice.