Un particolare della stanza multisensoriale
Una stanza che costruisce un percorso di interazione digitale attraverso cui i bimbi con disabilità, con particolare riferimento al Disturbo dello Spettro Autistico, possono auto-comporre il proprio ambiente scegliendo colori, luci, intensità e frequenza, immagini e video, suoni, musiche e vibrazioni, aromi e stimolazioni tattili e gustative. E' il progetto realizzato e inaugurato a Roma dall'Istituto Leonarda Vaccari che dal 1936 si occupa di riabilitazione, formazione, integrazione socio-lavorativa delle persone in situazione di handicap.
La stanza – realizzata grazie al contributo di Roma Multiservizi, Fondazione Bnl e Fondazione Vaccari - è dotata di un grande video in cui immergersi, di una pedana vibrante dove godere delle stimolazioni tattili della musica, di cuscini con cui comporre il proprio angolo morbido, di un arco basale dove poter scegliere le stimolazioni, di raggi del sole da osservare e con cui giocare. La realizzazione di questa apposita stanza consentirà di effettuare una valutazione neuropsicologica comprensiva di tutti i domini cognitivi, contribuendo a delineare il profilo del bambino e individuando i punti di forza e di debolezza, ad accertare eventuali disturbi cognitivi che si manifestano generalmente durante l’infanzia, a monitorare il livello di sviluppo delle abilità indagate dall’infanzia all’adolescenza.
«Roma Multiservizi da tempo collabora con l'Istituto Vaccari» ha sottolineato il presidente della società Vincenzo Iannucci, che ha ricordato come il Consiglio di Amministrazione dell’azienda (partecipata al 51% da Ama Spa) abbia deciso di contribuire al finanziamento di questo progetto. «Creare una rete di protezione per i più deboli, infondere calore umano: la nostra mission sarà sempre più orientata in questa direzione, in particolare alla luce della difficile fase connotata dalla pandemia da Covid 19 che vede i più fragili drammaticamente esposti e sempre più in difficoltà».
L’Istituto romano Leonarda Vaccari, presieduto da Saveria Dandini de Sylva, rappresenta un significativo punto di riferimento per la diagnosi e l’assistenza nella prima infanzia, con particolare attenzione ai bambini con Dsa (Disturbo dello Spettro Autistico). Ad oggi, l'Istituto gestisce circa 300 persone che, nei diversi regimi assistenziali, usufruiscono dei servizi erogati quotidianamente o a giorni alterni, a seconda del singolo progetto riabilitativo e sociale. L’ambulatorio dell’Istituto accoglie soprattutto bambini che necessitano di interventi tempestivi per recuperare il danno legato ad un deficit. Da qualche tempo ha ottenuto dalla Asl il riconoscimento delle valutazioni diagnostiche effettuate da un’equipe multidisciplinare, con ciò aumentando le probabilità di successo della terapia riabilitativa. Di qui la necessità di disporre di strumenti diagnostici efficaci che, accanto all’osservazione sul campo e all’anamnesi familiare, possano consentire all’equipe di arrivare quanto prima ad una diagnosi.